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«Non mi faccio processare da nessuno e me ne vado». Il messaggio del segretario questore appena riconfermato Giuseppe Graziano è chiaro: prima che qualcuno mi mandi via, sbatto io la porta. Ed allora perde quasi di significato la nuova riunione del coordinamento regionale del partito che Jole Santelli e Roberto Occhiuto hanno fissato per lunedì prossimo proprio per esaminare il caso Graziano.
L’incontro, originariamente, era stato previsto per ieri sera, ma poi è stato rinviato. In parte per la concomitanza della kermesse di Fiuggi che domenica si concluderà con l’intervento di Silvio Berlusconi e in parte perché nel partito non c’era unanimità di vedute sul futuro di Graziano, reo di non essersi fatto da parte per cedere il posto a Mimmo Tallini. Ma la disputa tra falchi e colombe sul suo futuro adesso viene superata dalla decisione di Graziano che dopo essersi preso la personale rivincita in Consiglio regionale imponendosi sui candidati di Forza Italia, adesso lascia il partito e il coordinamento con il cerino in mano.
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«Le elezioni per il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale hanno garantito la continuità ad una rappresentanza equa di maggioranza e minoranza all’interno dell’Istituto – afferma in una lunga lettera Giuseppe Graziano - La mia riconferma nel ruolo di segretario questore, infatti, nasce da e per l’opposizione e tale rimarrà fino alla fine del mandato. Certo, non intendo farmi processare da nessuno, perché la mia condotta è stata sempre lineare. Le polemiche, forse troppo accese e infondate, innescate nelle ultime ore da qualche collega consigliere di Forza Italia, infatti, necessitano una profonda operazione verità».
«Lungi dal voler generare ulteriori polemiche – continua Graziano – che non rientrano nel vocabolario della mia azione politica ma credo che qualche collega di Forza Italia, supportato da luogotenenti nelle seconde file del partito che aspirano ad un ruolo da protagonisti proprio in Consiglio regionale, prima di qualsiasi altra analisi, dovrebbe verificare al meglio e a fondo tutto quanto è stato il cammino che ha portato alle elezioni per il rinnovo dell’Ufficio di presidenza. La mia rielezione – scandisce – nasce dai voti dell’opposizione, determinanti ai fini dello scrutinio finale, che continuerà ad avere un controcanto forte e una cassa di risonanza autorevole all’interno della struttura presidenziale».
E poi l’affondo: «Ecco dove sta l’inghippo: qualche consigliere ha imposto una linea profondamente sbagliata. Mi dispiace soltanto che i vertici del partito, verso i quali non ho mai avuto alcuna animosità, si siano fatti indurre in errore. Io sono e rimango rappresentante dell’opposizione. A tutti gli effetti. Ho aderito a Forza Italia credendo nella linea politica del presidente Silvio Berlusconi e condividendo l’azione politica portata avanti sia dalla deputazione nazionale calabrese, formata da Jole Santelli e Roberto Occhiuto, che dallo stesso gruppo consigliare regionale, in un partito in cui ci sono tante brave persone e una base che ha bisogno di più considerazione. È pur vero, però, che non posso far finta di nulla e non potendo accettare di essere messo sotto processo da chi probabilmente dovrebbe chiarire la sua posizione, credo di essere costretto a una approfondita riflessione sul mio impegno all’interno di Forza Italia. Per queste ragioni, sono io che pretendo chiarezza e agibilità politica all'interno del partito. E spero che i vertici regionali di Forza Italia possano, prima o poi, ricredersi, ma – siccome in questo momento chiarezza e agibilità per me non ci sono – non intendo continuare il mio impegno nel partito. Continuerò, invece, a lavorare nel movimento che insieme a tanti amici abbiamo formato, il coraggio di cambiare, facendolo crescere ulteriormente attraverso l'entusiasmo di tanti giovani che sono stanchi delle lotte interne ai partiti tradizionali. E questo perché – conclude Graziano – a me non interessano le poltrone e i posti di comando. Io vivo da sempre in mezzo alla persone e il mio servizio politico-istituzionale è solamente per loro».
Una traccia di lavoro per la riunione del Coordinamento regionale che si annuncia comunque particolarmente agitata.
Riccardo Tripepi