Il Commissario regionale dem replica a chi polemizza: «Si faranno i congressi, chi ha cose da dire presenti la sua mozione. Tutto il resto è strumentale»
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«Adesso c'è il congresso. C'è la possibilità di alcune date, e c’è un regolamento. Chi si vuole candidare si presenti, punto. Non capisco la polemica se non quella che chi parla così vuole distruggere il Partito Democratico, e non ha altri interessi. Dico io, noi oggi siamo davanti ai Congressi, chiunque voglia, non deve strumentalmente fare qualcosa sempre contro, può fare anche qualcosa pro. Faccia un atto di generosità per il partito di cui dice di appartenere. Un atto di generosità è concorrere a costruire una nuova classe dirigente. Una roba molto semplice».
Parole e musica di Stefano Graziano, il commissario regionale del Partito democratico ad un passo ormai dal lasciare la Calabria. Ma non senza polemica, quella di cui si nutrono storicamente i dem a queste latitudini. Dopo i fatti di Cosenza che hanno messo in risalto il clima teso che si respira in queste settimane nel Pd, continuano gli attacchi nei confronti del Commissario. Non ultimo quello a firma di Sergio De Simone, ex componente della direzione regionale del Pd che, in una lunga nota, ha posto una serie di domande al commissario regionale mettendo al centro i nomi dei futuri (e presunti) segretari, regionale e provinciali, a suo dire già decisi fuori dalla Calabria e senza la partecipazione degli iscritti calabresi.
Graziano (Pd): «Ora tessere vere, forse a qualcuno non va bene»
«Adesso c’è un dibattito in atto, ma il fatto grave – dice Graziano contattato telefonicamente - è quello che è successo a Cosenza. Io avevo costruito vari dibattiti in tutta la Calabria, invece hanno provato a far montare i toni sul piano del Congresso regionale. Io non ho partecipato a nessuna riunione. Io sono il Commissario, ho semplicemente il dovere, cosa che ho fatto, di fare il regolamento per il tesseramento e l’ho fatto on line. Forse a qualcuno non gli va bene, perché prima le tessere erano false e non pagate. Questa è la differenza. Ora si devono fare le tessere vere».
Quella del Commissario Graziano non vuole essere una risposta ad personam, ma «a tutti quelli che fanno polemica strumentalmente senza un motivo. Io non devo spiegare nulla a nessuno, cioè c’è un regolamento che parla, mica io. Non capisco perché le domande vengano fatte a me. Questo è paradossale, è una roba da barzelletta. C’è gente che fa questo di mestiere, danneggiare il Partito democratico. Se De Simone si vuole candidare, si candidasse. Se c’è un congresso unitario io sono più felice, se non è unitario si farà un Congresso con mozioni democraticamente alternative. Il resto sono tutte chiacchiere».
D’altra parte, è il ragionamento del Commissario, prima si faceva la polemica perché non si facevano i Congressi, «mo' si fanno i Congressi e vogliono fare per forza una polemica. Probabilmente ci sta qualcuno che sta fuori, che ha lavorato per distruggere il Partito democratico che vuole continuare a danneggiarlo. Ma siccome non gli sarà concesso né di rientrare né di continuare a distruggerlo, il problema non si pone più».
Graziano (Pd): «C’è una condizione democratica interna perfetta»
Alle porte del Congresso, è anche tempo di bilanci. Alla domanda su che partito ha raccolto e cosa lascia, Graziano non fa giri di parole, ribadendo che il frutto di ciò che è il partito oggi è della vecchia gestione che c’è stata. «Quindi – continua - noi paghiamo ancora i danni della gestione degli ultimi anni prima del commissariamento, perché se è arrivato un Commissario un motivo ci sarà. E quei motivi sono il frutto di ciò che ho trovato, cioè un disastro. Adesso abbiamo rimesso in moto un partito che può fare i Congressi, in cui ognuno si può candidare liberamente, c’è una condizione democratica interna perfetta».
Ciò di cui si dice stupito il commissario è l’aver riscontrato una sorta di insana passione per il retroscenismo. «Un obiettivo che ho perseguito è stato proprio quello di cancellare i retroscenismi. Nessuno credeva che si facesse il tesseramento e il Congresso e io sono stato quello che più di tutti si è impuntato per farlo ma c’è sempre il Pierino di turno. Facessero dibattiti, facessero congressi, facessero politica, non retroscenismi».
Insomma, quello che conta per Graziano è che si è finalmente arrivati alla stagione congressuale: «Noi andiamo verso il futuro, guardiamo avanti. Capisco che per molti è difficile guardare avanti. Sono abituati a guardarsi indietro per i disastri che hanno lasciato e le macerie che abbiamo trovato. Consegneremo un partito che può guardare avanti e che potrà fare un’opposizione costruttiva».