La senatrice ormai in aperto contrasto con il proprio partito, lascia la carica di rappresentanza politica in Commissione. Al premier rimprovera di andare contro il principio di sovranità nazionale
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Il M5S comincia a perdere i primi pezzi anche in Calabria. La fiducia al governo Draghi si conferma duro banco di prova per il Movimento mai così vicino ad una scissione sul solco delle immediate prese di posizione da parte di Alessandro Di Battista.
La senatrice pentastellata Bianca Laura Granato ha postato su facebook il suo deciso no alla fiducia all’esecutivo che sarà guidato dall’ex presidente della Bce. Non solo. Granato ha anche rassegnato le dimissioni da capogruppo M5S della Commissione Cultura di palazzo Madama. Un chiaro segnale che la mancata fiducia a Draghi vuol dire rottura con il suo partito.
«Ho deciso, coerentemente con quello che ho sempre dichiarato – scrive Granato - che non farò parte di questa maggioranza diventata una beffa rispetto al principio di autodeterminazione dei popoli che è confluito nell’art. 1 della Costituzione. La dichiarazione di intenti di Draghi è una palese violazione di quel principio. La cosa triste e preoccupante è trovarsi oggi in un Parlamento silente, totalmente acquiescente rispetto ad un atto di indirizzo che consiste nell’asservimento di ogni esigenza umana alle logiche del mercato».
Granato specifica poi la parte del discorso di Draghi che l’ha portate definitivamente a dire di no. «Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori. Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa». Queste le parole di Draghi che Granato riprende sul profilo facebook per concludere: «Non era questo il motivo per cui il popolo italiano ci aveva riconosciuto oltre il 30 % dei seggi in Parlamento. Veramente triste vedere come tutte le forze politiche si siano assoggettate ad abdicare al proprio ruolo pur di concorrere a gestire i vari scostamenti di bilancio e per garantirsi il vitalizio dell’appartenenza a quella che ormai sempre più si configura come una casta coesa e solidale. Un obiettivo che supera i confini di ogni ideologia e che costituisce un collante formidabile tra tutti i convitati a questo munifico banchetto, da cui, per quello che può valere, mi dissocio pubblicamente».