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Il Sole 24 Ore pubblica il governance poll per il 2016 e fornisce dei dati assai interessanti che animeranno la discussione politica per le prossime settimane.
Il primo dato che emerge è che i presidenti di Regione continuano a non fare breccia tra gli italiani. Il consenso medio dei governatori si attesta intorno al 43,3%, largamente sotto la sufficienza e staccato di dieci punti abbondanti dal 53,5% raccolto in media dai sindaci. A testimoniare una certa lontananza che esiste tra le Istituzioni regionali e i cittadini. Un tema che, alle nostre latitudini, rientra nella discussione aperta all’interno del centrosinistra con i partiti che chiedono cambi immediati nella giunta dei professori.
In questo contesto di generale distacco dei cittadini non muta lo strapotere dei governatori del Nord, con il primato che va a Luca Zaia, presidente del Veneto, con il 60%, mentre le altre postazioni da podio sono occupate dalla Toscana con Enrico Rossi e dalla Lombardia con Roberto Maroni.
Al Sud si conferma il crollo dei consensi tranne che per Basilicata e Calabria. Già proprio Mario Oliverio, insieme al collega Pittella, riesce a superare il 50% dei consensi. Un dato assai significativo, considerate anche le enormi difficoltà che il presidente sta incontrando nel governare la Regione. E che ha subito fatto twittare di gioia il segretario regionale Magorno: “Orgogliosi del risultato del sondaggio sul gradimento dei governatori. Oliverio migliore del Sud. Avanti uniti”.
Raccontando però solo una parziale verità. Oliverio infatti complessivamente ottiene un buon risultato, ma è terzo per perdita di consenso dal momento delle elezioni con un'erosione di oltre 10 punti percentuali rispetto al 61,4% ottenuto al momento delle elezioni.
Le ultime tre posizioni della classifica sono occupate da Regioni a statuto speciale: la disponibilità di fondi non si tradurrebbe, dunque, in consensi. La posizione più critica è quella relativa al presidente della Sicilia Rosario Crocetta,che entra nell’anno elettorale accompagnato solo dal 28% di corregionali che si dicono pronti a confermarlo.
E che la disponibilità di risorse, soprattutto se non accompagnata da una effettiva realizzazione delle opere, non serva più a creare consenso era già stato dimostrato dal risultato ottenuto da Renzi al referendum. Nonostante la martellante campagna elettorale avviata nel Mezzogiorno del Paese e la cospicua messe di investimenti inserita nei Patti per il Sud, il risultato alle urne è stato molto più che deludente.
Riccardo Tripepi