Gli Stati Uniti sono molto interessati alla situazione della sanità calabrese. Lo dimostra una riunione che c’è stata, martedì 17 gennaio, presso la sede dell’ambasciata americana a Roma. L’incontro è stato chiesto da alcuni analisti dell’ambasciata a Carlo Guccione, ex consigliere regionale del Pd.

Qualche giorno fa nella casella elettronica dell’esponente dem è infatti arrivata una mail a firma della consigliera politica dell’ambasciata, Carlotta Nao, con la richiesta d’incontro. Nella mail si faceva riferimento al libro inchiesta dell’ex consigliere sulla sanità calabrese (“Amara verità”) che evidentemente ha stuzzicato la curiosità  degli analisti. Dopo l’iniziale perplessità, Guccione ha capito che non si trattava affatto di una burla e così ha fissato un appuntamento. Ad aspettarlo, a via Vittorio Veneto, oltre alla Nao c’erano altri tre esperti più un quarto collegato telematicamente da Washington. La discussione si è incentrata molto sul debito e i meccanismi perversi che lo hanno generato e continuano ad alimentarlo.

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Ma perché gli Usa sono così interessati alla situazione della sanità calabrese? Questo rimane un interrogativo aperto rispetto al quale si possono solo avanzare delle ipotesi, più o meno verosimili. Certamente non va dimenticato il ruolo che può giocare la Calabria nel Mediterraneo. Per la sua collocazione geografica e alla luce di quanto sta accadendo nel mondo, la nostra regione è una piattaforma logistica naturale che si apre ai Balcani e al Nord Africa.

Lo sa bene il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, che ha grandi progetti sullo sviluppo del porto di Gioia Tauro non solo per il transhipment ma anche per l’area industriale del retroporto che vuole rendere polmone industriale della Calabria. Che ci siano tutte le condizioni lo dimostra il fatto che la stessa Nao, ad esempio, il 16 novembre scorso, ha partecipato ad un incontro fra il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, e il Console generale degli Stati Uniti a Napoli, Tracy Roberts-Pounds in cui si è discusso proprio della Zes.

C’è poi la rilevanza geo politica che ha assunto la nostra regione proprio per la sua posizione. Tutti ricorderanno, ad esempio, quanto accaduto nel marzo scorso quando al largo delle coste calabresi si incrociarono  la portaerei statunitense “Truman” e l’incrociatore russo “Maresciallo Ustinov”. Se vogliamo restare nella geopolitica si potrebbe dire che forse gli americani potrebbero volerci vedere chiaro sulla venuta in Calabria dei medici cubani ma pare che nessuna domanda su questa vicenda sia stata posta a Guccione, fra l’altro nel libro non è minimamente trattata.

Quel che è certo è che la Calabria si presenta come un caso unico in Italia e forse in tutta Europa. Dopo dodici anni di commissariamento, recentemente prorogati di altri tre, i conti restano quelli che sono e soprattutto i Lea (livelli essenziali di assistenza) restano molto al di sotto dei minimi nazionali. Va poi considerato come la sanità sia la voce di spesa più pesante della nostra regione e quindi attira appetiti non sempre confessabili. Forse in questo senso gli americani stanno seguendo il loro vecchio adagio: follow the money!