La candidatura dell’ex presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, potrebbe essere qualcosa di più di una boutade di fine estate. L’ex deputato grillino di Cosenza, che dopo il secondo mandato aveva detto di aver finito con la politica, con essa non ha chiuso affatto.

Non solo si è candidato come consigliere comunale a Vado Ligure nella lista civica “Vivere Vado”, ma ha intenzione di candidarsi come Governatore in Liguria, il cui consiglio regionale si è sciolto dopo le dimissioni di Giovanni Toti, per le note vicende giudiziarie che lo hanno travolto. Ma non è finita qui perché proprio Morra è fra i firmatari di una lettera aperta di 11 ex parlamentari del Movimento 5 Stelle che prendono posizione nella diatriba fra Beppe Grillo e Giuseppe Conte.

Nemmeno a dirlo la posizione è di difesa del Fondatore «Fa rabbia leggere nella lettera del capo politico attuale fantasie sui gruppi territoriali. È evidente a tutti – scrivono nella lettera – che il Movimento nei territori non esiste più. I veri attivisti, quelli che hanno sempre lavorato senza secondi fini, senza ambire alla candidatura, hanno capito che il Movimento era diventato un partito come gli altri, da “partita del cuore” tutti abbracciati affettuosamente. Serve credibilità, non nuova organizzazione».

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Nella lettera i firmatari ricordano di essere «ex senatori e deputati M5S, espulsi dai gruppi Senato e Camera per non aver votato la fiducia al Governo di Mario Draghi» . E infatti, rispetto a quella scelta, osservano che «oggi chi si scusa con gli iscritti, si dimentica di alcuni, gli espulsi, che hanno pagato un conto durissimo per aver mantenuto fede ai principi ed esclusi perché scomodamente eretici. Le scuse tardive non cancellano le responsabilità di chi ha preferito il potere al servizio, perché il Movimento con la M maiuscola era nato il 4 ottobre non per caso ma per servire gli ultimi. Come può un leader che ha guidato il Movimento dal 32,7% al 9,99% non assumersi minimamente la colpa di questo tracollo?». A firmare la lettera oltre a Morra anche un’altra ex parlamentare calabrese, Rosa Silvana Abate.

Insomma i nervi sono tesi dentro i 5Stelle chiamati ad un’assemblea costituente che dovrà decidere le regole future del MoVimento. C’è infatti chi parla già di possibili scissioni, con Grillo che sarebbe tentato di costruire un’alternativa al M5s che vedrebbe come leader politico Alessandro Di Battista. Letta da quest’ottica la candidatura di Morra in Liguria potrebbe essere una sorta di testa d’ariete per vedere che presa potrebbe fare sulla gente una ipotesi simile.

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Per ora tutto è fermo in attesa delle decisioni del congresso costituente grillino che si svolgerà a Roma il prossimo 19 e 20 ottobre. Nell’occasione verranno presentate alcune proposte che in questi giorni (ma c’è tempo fino al 6 settembre) stanno arrivando sulla piattaforma grillina. Toccherà a 300 iscritti al MoVimento, che verranno scelti per sorteggio, fare una sintesi di tutte le proposte e asciugarle in modo da presentarle all’assemblea. Un meccanismo complesso e molto contestato, soprattutto per i meccanismi di sorteggio dei 300. Ma difeso a spada tratta, ad esempio, dal calabrese Pasquale Tridico. L’europarlamentare cosentino, nettamente schierato con Conte come gran parte degli eletti calabresi, ha spiegato al “Fatto Quotidiano” che il metodo è stato pensato da due esperti americani, James S. Fishkin e Robert C. Luskin e messo in pratica con l’aiuto di una società specializzata, Avventura urbana. Proprio un’avventura sembra l’esito di questa nuova fase del MoVimento sempre più a rischio scissione.