È una guerra di posizione che genera uno stallo istituzionale. E ora sarà Matteo Salvini a doverlo risolvere, cercando di tenere unito il partito calabrese. 

Le due riunioni dei vertici regionali della Lega, avvenute tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio di oggi, hanno portato a un nulla di fatto. I dirigenti non sono riusciti a trovare un accordo unanime sul nome da proporre al segretario come prossimo assessore della Giunta Occhiuto, al posto della neo senatrice Tilde Minasi. 

A breve il commissario Giacomo Saccomanno dovrà quindi redigere il verbale da trasmettere a Salvini. A cui non resterà altro da fare che prendere atto del pantano in cui è finito il partito e scegliere in autonomia il profilo da indicare al governatore. 

Nome di superamento? 

È allora probabile che, considerati i tanti nomi in campo, ognuno dei quali supportato da aree diverse, il vicepremier decida di puntare su un nome di superamento, ovvero estraneo alle varie correnti, per sbloccare una situazione ogni giorno più incresciosa.

Potrebbe non essere un’operazione immediata. Secondo fonti qualificate, Salvini dovrà intanto attendere il verbale di Saccomanno, per poi prendere una decisione, forse nei primi giorni della prossima settimana. Un nuovo rinvio il cui effetto sarebbe quello di spazientire ancora Occhiuto, che avrebbe voluto chiudere la partita già nei giorni scorsi. 

Nessuna pace 

La guerra di posizionamento in atto nella Lega non favorisce armistizi o una qualche pace duratura. Le due riunioni di oggi a Catanzaro, presiedute da Saccomanno, ne sono la prova. Al primo incontro hanno preso parte gli eletti in Parlamento (Minasi, Loizzo e Furgiuele) e in Consiglio regionale (Mancuso, Raso e Gelardi); al secondo tutti i componenti del direttivo calabrese (Calabretta, Biasi, Maiolo e Spizzirri). Mentre nella prima è apparsa evidente l'impasse, maggiore unità è stata riscontrata nel secondo vertice. Il direttivo, infatti, avrebbe deciso di proporre al segretario federale i nomi di tre figure tecniche appartenenti alle aree nord, sud e centro della Calabria.

Un maggiorente salviniano, contattato da lacnews24.it, si lascia però andare a giudizi tranchant: «Tutte pagliacciate, ognuno ha il proprio nome da proporre ed è convinto di avere più diritto di altri di indicare il prossimo assessore. Così non andiamo da nessuna parte. Alla fine la aggiusterà Salvini, come sempre». Ma l’intervento del segretario non potrà certo risolvere i conflitti interni al partito. 

Le aree leghiste 

I big leghisti sono gli uni contro gli altri armati, mai come in questa occasione. La triade Saccomanno-Furgiuele-Raso spinge per la nomina dell’ex candidata alla Camera Maria Grazia Iannini, data ancora oggi tra le favorite, mentre l’area che fa capo alla deputata Loizzo insiste con l’attivista coriglianese Marika Reale e con l’ex assessore di Rende Ida Bozzo. 

Minasi sponsorizzerebbe l’attuale componente del cda di Fincalabra Emma Staine; Gelardi, invece, vorrebbe la designazione dell’ex aspirante consigliera regionale Caterina Capponi. Nessun nome da parte di Mancuso, che però continua a rivendicare rappresentanza per la provincia di Catanzaro.

Nessuno cede 

Tutti sono infine rimasti sulle proprie posizioni, nessuno ha voluto cedere. Adesso la palla passa a Salvini, che potrebbe stupire tutti, proprio come fece nel 2020, quando indicò Nino Spirlì per la vicepresidenza della Giunta Santelli. Occhiuto, intanto, aspetta, sempre più impaziente.