Santelli vuole completare il governo prima del Consiglio del 18 marzo. Invernizzi pretende due postazioni o è pronto a tirarsi fuori. Ma l'ala dialogante del Carroccio vorrebbe arrivare a un compromesso
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La situazione è grave, ma la politica non è seria. Quasi 50 giorni dopo il voto, e malgrado la drammatica emergenza coronavirus, la Calabria è ancora senza un governo.
È stato ripetuto più volte e da più parti, ma nelle stanze dei bottoni di Catanzaro e negli altri luoghi nevralgici della politica regionale non si è mosso praticamente nulla.
Trattative su un binario morto
Le trattative interne al centrodestra sembrano essere finite su un binario morto. Solo che, stavolta, la governatrice Jole Santelli non pare intenzionata a cincischiare oltre e non vuole che si ripresenti lo scenario della scorsa settimana, con i banchi della giunta che rischiavano di rimanere semivuoti in occasione della prima seduta del nuovo consiglio regionale, poi rinviata al 18 marzo.
«Jole completerà la squadra di governo prima dell'insediamento», assicura un autorevole esponente del centrodestra calabrese. Tutte le indiscrezioni delle ultime ore, in effetti, convergono sulla probabilità che il varo della giunta avvenga a stretto giro, nonostante alle varie parti in causa sia perfettamente chiaro che il problema principale non sia stato ancora risolto.
Il problema da risolvere
Quel problema è la Lega. La distanza tra domanda (dei salviniani) e offerta (di Santelli) non si sarebbe ancora accorciata.
La governatrice non cede di un millimetro riguardo alla volontà di affidare un solo posto a ogni partito della coalizione. Il Carroccio, invece, per mezzo del segretario regionale, Cristian Invernizzi, avrebbe recapitato un ultimatum preciso: due caselle – assessorato e presidenza del consiglio regionale – oppure ci tiriamo fuori dai giochi.
In che modo? Con un «appoggio esterno» al governo calabrese. Il parlamentare bergamasco non accetterebbe dunque soluzioni al ribasso: o tutto o niente. Significa che la Lega, in caso di rottura, potrebbe scegliere di rimanere fuori dalla giunta e, di conseguenza, rendersi autonoma rispetto alla maggioranza.
La Lega non è compatta
Il Carroccio, in realtà, in questo momento non fa della compattezza la sua cifra politica, perché accanto all'area oltranzista di Invernizzi ne esiste un'altra, più dialogante. A rappresentarla sarebbero tre consiglieri regionali – Pietro Molinaro, Tilde Minasi e Pietro Raso –, il deputato Domenico Furgiuele e l'europarlamentare Vincenzo Sofo.
Questa “corrente”, pur muovendo dalla stessa premessa di Invernizzi – «la Lega non può avere lo stesso peso dell'Udc» – e considerata la fase particolarmente difficile della regione, sarebbe disposta ad accettare un solo assessorato oltre alla «valorizzazione dei consiglieri regionali», attraverso posti di rilievo negli organi statutari di Palazzo Campanella.
In base a questo schema, tra i due papabili assessori leghisti, lo stesso Molinaro e l'avvocato e professore universitario Cataldo Calabretta, potrebbe spuntarla proprio quest'ultimo, che dalla sua parte avrebbe la benedizione di Salvini in persona, suo amico di vecchia data.
Santelli non vuole aspettare
A Santelli le beghe della Lega potrebbero interessare fino a un certo punto. Nell'eventualità in cui gli alleati verdi non dovessero arrivare a una sintesi interna o accettare il suo piano per la giunta, la governatrice potrebbe procedere comunque con le altre nomine mancanti, lasciando libera giusto la postazione riservata ai salviniani.
Del resto, quasi tutte le altre tessere sono al loro posto. Giorgia Meloni ha già indicato l'ex consigliere Fausto Orsomarso quale assessore di Fratelli d'Italia; Forza Italia sarà rappresentata dal cosentino Gianluca Gallo, mentre l'Udc schiererà il coordinatore regionale Franco Talarico.
Tutti e tre si affiancheranno agli unici assessori già nominati, il capitano Ultimo e l'astrofisica Savaglio.
Mancherebbero dunque la Lega e un altro assessore esterno (forse una donna) “pescato” dalla provincia di Reggio, magari con il beneplacito del deputato azzurro Francesco Cannizzaro.
Quanto alla presidenza del Consiglio, il favorito sarebbe Baldo Esposito, il più votato della Casa della libertà, unica lista che resterebbe fuori dall'esecutivo ma con un corrispettivo politico di prestigio.
Alla verità manca ormai poco, qualche giorno. Ma la Lega è ancora un'incognita.
bellantoni@lactv.it