La giurista catanzarese promotrice della legge regionale sulla parità di genere accoglie con soddisfazione la decisione del Tar: «Ora si sani l’incostituzionalità della disciplina regionale»
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È passato poco più di un anno da quando Alessia Bausone, giurista esperta in pari opportunità e attualmente promotrice della legge regionale ad iniziativa dei consigli comunali sulla doppia preferenza e le quote di genere, ha denunciato pubblicamente l’inerzia di alcuni consiglieri regionali sulle modifiche legislative che avrebbero dovuto garantire l’adeguamento della normativa calabrese ai dettami della disciplina nazionale. Inerzia che venne cristallizzata con il voto in Consiglio regionale del 15 aprile scorso che affossò definitivamente la proposta di Flora Sculco sul tema.
«In quell’occasione - spiega Bausone -, determinante fu il voto del capogruppo della lista “Oliverio Presidente” Orlandino Greco. Ora, proprio a Castrolibero, la sua città, i consiglieri comunali di minoranza hanno fatto azzerare con un ricorso al Tar la giunta del sindaco Giovanni Greco, cugino del consigliere regionale». Il motivo è proprio il mancato rispetto nella formazione dell’esecutivo della parità di genere.
«Già l’anno scorso - continua Bausone - scrissi pubblicamente come il Comune di Castrolibero, feudo del Grinch della parità di genere, Orlandino Greco, non rispettasse una normativa nazionale che lo stesso consigliere riteneva non vincolante, ma la Corte Costituzionale, che conta leggermente più di lui, invece sì. Tant’è che ne ha affermato a più riprese la cogenza e la precettività nero su bianco. L’articolo 1 del comma 137 della legge 56/2014 (detta legge Delrio) prevede che nelle giunte dei Comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico. Qualora non vengano rispettate le quote di genere qualsiasi cittadina elettrice può far ricorso e far azzerare le giunte, come già successe a Mario Occhiuto a Cosenza con sentenza confermata dal Consiglio di Stato».
La decisione dei giudici amministrativi viene quindi accolta da Bausone come una sorta di vendetta giuridica, che conferma la fondatezza delle sue osservazioni, spesso estremamente dirette e crude, come quando affermò che «alcuni consiglieri Pd preferirebbero tagliarsi i co…ni piuttosto che votare la nuova legge elettorale».
«Con la sentenza del Tar su Castrolibero - rimarca - il consigliere regionale Orlandino Greco ha avuto una lezione domestica su quanto le norme sulla parità di genere, se non rispettate, possano mettere a rischio posti in giunta o, nel caso del Consiglio regionale, anche i seggi. Lui è stato l’unico, lo scorso 15 aprile, a votare apertamente contro la legge Sculco. Oggi c’è la possibilità di sanare l’incostituzionalità (o una parte) della legge elettorale calabrese inserendo le quote e la doppia preferenza di genere come richiesto dalla legge nazionale e dalla Costituzione».
Infine, la chiosa conclusiva: «Chissà se studiando ancora un po’, magari prima di ricandidarsi, Greco avrà modo di rivotare, questa volta a favore delle donne. Intanto ringrazio per la competenza e la determinazione i consiglieri comunali Calvelli, Mannarino e Figliuzzi che sono andati fino in fondo in questa vicenda».