Poco meno di una farsa. Secondo il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, l’assemblea regionale del Pd in programma domani a Lamezia non sarebbe altro che questo.
«Non parteciperò - afferma -, perché rinnova liturgie per le quali il 4 marzo abbiamo ricevuto sonori ceffoni in tutta Italia, e con maggiore vigore e forza in Calabria e soprattutto a Cosenza, ma in pochi sembrano averli sentiti».

 

Una posizione di forte intransigenza dietro la quale si potrebbe celare anche la legittima ambizione a guidare il partito regionale, mettendosi a capo della fronda sempre più ampia dei dissidenti, che vede come fumo negli occhi il prospettato cambio di testimone tra il segretario regionale uscente Ernesto Magorno e l’ex deputato Demetrio Battaglia. Un’ipotesi di candidatura, quella di Giudiceandrea, per ora solo sussurrata, che però tramonterebbe prima ancora di nascere se nell’Assemblea di domani - che deve decidere su congresso ed eventuali primarie - gli attuali maggiori azionisti del Pd Calabria riuscissero a far convergere i delegati sull’ipotesi di una scelta unitaria che coincide con il nome di Battaglia.

 

Il consigliere regionale, tra gli esponenti democrat più critici nei confronti di Magorno, mette in discussione, dunque, la stessa legittimità dell’Assemblea, «i cui componenti sono stati sostituiti nottetempo in base a chissà quali regole rinvenute nelle pieghe di uno sgualcito Cencelli». «Un appuntamento - prosegue - che, in silenzio, verrà disertato da decine e decine di compagni, dirigenti, amministratori, stanchi di liturgie escludenti e peraltro elettoralmente inefficaci». Una questione, quella della surroga dei delegati che negli ultimi mesi sono usciti dal Pd per passare in altri partiti come Liberi e Uguali, è stata sollevata da LaC News 24 alcuni giorni fa e confermata da più parti. In sostanza, invece di ricorrere alle procedure statutarie, molte sostituzioni sarebbero state fatte per cooptazione, contattando gli “amici” più fidati per dare all’Assemblea un preciso peso specifico.

 

Insomma, riunirsi a Lamezia domani sarebbe solo tempo perso per un «partito che ha bisogno di trovare nuova linfa, nuove motivazioni e smettere di pestarsi i piedi da solo per poi fare spallucce ad ogni bastonata».
«Il Pd – conclude il consigliere regionale - forse dovrebbe iniziare ad essere un partito e finalmente nascere. Per farlo si chiudano i lavori di questa assemblea e si apra un congresso vero, preceduto dalle dimissioni (vere) del segretario regionale, senza candidature unanimistiche precostituite, per quanto rispettabili, ed aprendo un confronto aperto, democratico, vivo fra chiunque abbia voglia di dedicare parte della propria vita alla ri-costruzione del Pp in Calabria, senza duplicazione di ruoli, priva di velleità amministrative future (come da regolamento) e nell’interesse della collettività, per la radicale riforma del partito anche nei territori».

 

Enrico De Girolamo