VIDEO | L'ex parlamentare protagonista del dibattito sulla figura del sacerdote che fu membro dell'Assemblea Costituente prima di vestire l'abito talare: «In questo momento di grandi cambiamenti è necessario alimentarsi alle fonti spirituali ed evangeliche per trovare le soluzioni»
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L'appuntamento organizzato all'Auditorium Guarasci di Cosenza davanti agli studenti del Liceo Telesio e, collegati in videoconferenza, dell’Istituto superiore Enzo Siciliano di Bisignano, si inserisce nel calendario degli eventi organizzati nell'ambito del Giubileo Dossettiano, a 25 anni dalla morte del sacerdote e politico, che fu componente dell'Assemblea Costituente prima di vestire l'abito talare.
Moderato dal professor Leonardo Spataro, dopo i saluti della dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Loredana Giannicola e dei dirigenti scolastici Antonio Iaconianni e Andrea Codispoti, il dibattito ha registrato gli interventi del Vescovo di San Marco-Scalea Leonardo Bonanno e di Fra Paolo Barabino, generale della Piccola Famiglia dell’Annunziata di Bonifati istituita nel 1983 proprio da don Giuseppe Dossetti e punto di riferimento per la Calabria e l’intero Mezzogiorno.
Costituzione frutto della resistenza al fascismo
L’incontro è stato concluso da Rosy Bindi, allieva di Vittorio Bachelet, più volte parlamentare e ministro. La riflessione si è allargata all’attualità del conflitto russo-ucraino ed al parallelismo con la tragedia della seconda guerra mondiale da cui, nella rinascita della democrazia italiana, scaturì la Carta costituzionale frutto dell'incontro di diverse appartenenze partitiche accomunate dalla resistenza al fascismo.
Chiaro da quale parte stare
«A Giuseppe Dossetti dobbiamo l’articolo 11: l’Italia ripudia la guerra ed è disposta a rinunciare a parte della propria sovranità per favorire i processi di pace – ha ricordato l’ex deputata – Quelle parole sono di straordinaria attualità e ci obbligano a lavorare per risolvere i conflitti non con gli strumenti della guerra ma con gli strumenti della pace. Non ho dubbi da quale parte stare – ha però precisato – perché qui siamo di fronte ad un esercito che ha invaso un paese sovrano. Ma dopo oltre settanta giorni assistiamo ancora ad una quotidiana escalation militare mentre le diplomazie non compiono alcun passo in avanti».
Occasione mancata
«Per capire cosa sta succedendo oggi bisogna analizzare la storia degli ultimi settant’anni durante i quali evidentemente le spinte imperialistiche non sono state superate, neppure dopo la fine della guerra fredda: non siamo stati capaci di cogliere l’opportunità di costruire relazioni multilaterali internazionali, e neppure di sostenere in quella fase Gorbaciov nel completamento del percorso riformatore che aveva avviato. Questa esperienza drammatica ora ricade su donne, uomini e bambini dell’Ucraina e deve farci riflettere sulla importanza della pace che si costruisce non con il ricorso agli armamenti, ma con diplomazia e giustizia».
Il ruolo dei cattolici in politica
Sul ruolo dei cattolici, richiamandosi a Dossetti ma anche a Papa Francesco, Rosy Bindi non ha dubbi: «Il messaggio evangelico e spirituale del Pontefice ha spesso contenuti politici ai quali noi dovremmo ispirare la nostra azione, naturalmente nell’autonomia delle nostre scelte. Certamente c’è un gran bisogno dei cattolici nella vita politica perché un momento di grandi cambiamenti ed è necessario alimentarsi alle fonti spirituali ed evangeliche anche per trovare le soluzioni».