Lo scontro tra candidate si fa più aspro in vista dell'appuntamento del 23 e 24 giugno. La reazione del candidato sconfitto al primo turno dopo le critiche per l’apparentamento: «Se vi dà fastidio è la scelta giusta»
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La città di Gioia Tauro, in vista del ballottaggio dei prossimi 23 e 24 giugno, in cui si confronteranno le candidate a sindaco Mariarosaria Russo e Simona Scarcella, vive giorni di apprensione, aspettativa, che stanno sfociando anche in contrasti accesi tra gli schieramenti contrapposti.
Domenica scorsa - a termini di legge entro sette giorni dalla prima votazione - con l’atto pubblico dell’apparentamento, Rosario Schiavone (che al primo turno supportato dalle liste “Alleanza Gioiese” e “Tradizione e innovazione” ha ottenuto il 18% delle preferenze), e Mariarosaria Russo (a guida della coalizione civica la Ginestra che ha conquistato il 35% dei consensi) hanno esercitato la facoltà di firmare un accordo ufficiale.
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Entrambi avevano iniziato un’interlocuzione nel mese di ottobre scorso, poi avevano preso percorsi diversi che ora sono tornati a coincidere. I due sono al lavoro per rimodulare i programmi e farli combaciare.
La nuova intesa è stata suggellata anche domenica sera da Mariarosaria Russo in occasione del comizio presso Largo Pontile, la quale, citando Venditti, ha annunciato: «Certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano».
Attraverso un comunicato Rosario Schiavone ha spiegato che «abbiamo deciso di esplorare la possibilità di collaborare con entrambe le candidate in corsa per il ballottaggio. La nostra condizione fondamentale, portata avanti fin dall’inizio, è che questa collaborazione fosse avvenuta in maniera ufficiale, tramite un apparentamento formale. Questo strumento permette di unire le liste ufficialmente, entrando così in maggioranza per contribuire concretamente allo sviluppo della nostra città. Maria Rosaria Russo ha accettato le nostre condizioni, permettendoci, in caso di vittoria, di entrare in maggioranza e portare avanti i nostri progetti, oltre a vigilare sull’attuazione di quelli altrui».
L’unione non è stata presa di buon grado dai sostenitori di Simona Scarcella, la quale guida la coalizione di centrodestra che alle urne ha ottenuto il 39% dei voti. Rosario Schiavone ha replicato duramente alle critiche ricevute, rimarcando la trasparenza dell'accordo formale sottoscritto: «Il vostro disappunto mi conferma la bontà della scelta».
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La campagna elettorale si è gradualmente inasprita. Le fazioni a sostegno delle aspiranti ad indossare la fascia tricolore hanno animi tesi come corde di violino pronte a vibrare. La posta in palio è altissima in una città strategica a livello nazionale e la responsabilità da assumersi altrettanta. La lotta per il potere politico e le visioni divergenti stanno sconfinando in scontri verbali carichi di astio tra le due parti.
La città risulta divisa con gruppi di famiglie che si oppongono ad altre, in una rivalità progressivamente sempre più feroce.
Rancori e risentimenti hanno soppiantato la gentilezza nel proporre idee e valori. Un quadro triste per molti abitanti di Gioia Tauro che, in un momento così importante per il futuro di tutti, gradirebbero una riunificazione per l’interesse comune, proposte capaci di risolvere i problemi reali della collettività.
Sui contorni di questa cornice, è intervenuta Simona Scarcella: «La nostra città ha bisogno di pace, misura, armonia e buon senso. L'idea di dover vincere a tutti i costi produce fenomeni deprecabili che hanno contribuito nel tempo a rendere ingovernabile Gioia Tauro. Non mi farò trascinare dentro modelli e atmosfere che non mi appartengono. Non intendo inoltre promettere posti a chiunque pur di vincere al ballottaggio. È stata ed è la mia scelta politica. Mi rivolgo direttamente al popolo sovrano, che assiste sgomento ad uno spettacolo che definire indegno è riduttivo: valutate in coscienza la proposta politica che ritenete migliore. Nessuno ceda di fronte alla tentazione di trasformare la vita politica in una gara di insulti, illazioni o maldicenze. Né in una compravendita che può essere legale ma è moralmente inaccettabile. La strada per crescere insieme è un'altra. Vincere è importante, ma conservare una dignità e una etica della responsabilità lo è ancora di più».