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Il gruppo di minoranza in seno al Consiglio comunale ha invocato infatti l’intervento del Prefetto di Reggio Calabria per chiedere «di voler valutare l’opportunità di azionare i rimedi previsti dall’ordinamento al fine di ricondurre a legittimità l’operato dell’Amministrazione Comunale di Roccella Ionica». Il porto di Roccella rientra tra quelli messi in vendita dallo Stato attraverso Invitalia, la società controllata dal Ministero dell’Economia. Il bando con cui sono stati messi in vendita gli scali fissava il termine per la presentazione delle domande alle ore 14 del 13 luglio scorso, ma poi la scadenza è stata prorogata. Nel frattempo, però, un’interrogazione parlamentare, presentata a metà luglio dai dem calabresi Enza Bruno Bossio, Demetrio Battaglia e Nico Stumpo, ha chiesto al governo di sospendere l’iter. In particolare Bruno Bossio e Stumpo hanno puntato l'indice contro la riserva di una quota del «31% a favore di enti e imprese pubbliche» fissata per il porto di Roccella Jonica. Una modifica che ha «introdotto una limitazione di acquisto ai privati, che in sostanza si concretizza in una palese agevolazione dell'unico ente pubblico - il Comune di Roccella Jonica - interessato all'acquisto». Per legge i Comuni con meno di 30mila abitanti non possono detenere alcuna partecipazione. Ad appoggiare l’azione dell’opposizione roccellese anche il consigliere Gabriele Alvaro, fuoriuscito dalla maggioranza in seguito alle ultime elezioni comunali per transitare nel gruppo misto. «Non vorrei che i nostri amministratori abbiano in mente una forma distorta di gestione pubblico-privata – ha evidenziato Alvaro - nella quale gli oneri economico finanziari della gestione siano imputabili alla parte pubblica, cioè ai cittadini di Roccella, ed i vantaggi alla parte privata, perché se così fosse l’impostazione dell’intera problematica relativa alla gestione del Porto risulterebbe sbagliata in partenza».
Ilario Balì