C’è attesa anche in Calabria per le decisioni di Paolo Gentiloni che nelle prossime ore dovrebbe chiudere la sua squadra di governo, con la nomina dei sottosegretari. Le indiscrezioni che rimbalzano da Roma sono univoche su un punto: non dovrebbero esserci novità eclatanti rispetto al precedente esecutivo guidato da Matteo Renzi. Del resto anche la squadra dei ministri è stata appena rimodulata rispetto al governo messo in piedi dall’ex primo cittadino di Firenze.

 

 Governo Gentiloni a trazione calabrese?

 

Ed allora crescono le possibilità di vedere confermato l’incarico di sottosegretario alla Cultura per Dorina Bianchi e quella allo Sviluppo Economico per Tonino Gentile. In realtà la riconferma che appare sicura è la seconda, anche perché escludere il coordinatore regionale di Ncd in Calabria vorrebbe dire sugellare la rottura interna. E’ noto, infatti, che Gentile e gli altri big a lui vicini (la maggior parte del partito calabrese arrivato all’8% alle ultime regionali) sono sul piede di guerra e non hanno condiviso la linea di Angelino Alfano, giudicata troppo schiacciata sulle posizioni del Pd e di Matteo Renzi.

 

Governo Gentiloni: Minniti al Viminale

 

A rischiare di più è la seconda, anche perché scalpita ai blocchi di partenza Nico D’Ascola che dopo l’esperienza di presidente della Commissione “Giustizia” aspirerebbe ad avanzare di grado andando a ricoprire l’incarico di sottosegretario nello stesso dicastero. Idea che non dispiace per niente neanche ad Alfano che con l’avvocato reggino ha costruito ormai un rapporto privilegiato, come dimostrato anche dalla mission calabrese dell’attuale ministro degli Esteri a Reggio Calabria, con tanto di inaugurazione di una nuova segreteria presso lo studio legale di D’Ascola, sul finire della campagna elettorale per il referendum.

 

A bloccare l’ipotesi c’è però Gennaro Migliore (Pd), sottosegretario uscente che aspira ad essere rinconfermato. Anche da questo gioco ad incastri passano le possibilità di riconferma per Dorina Bianchi. Non dovrebbe apportare modifiche alla squadra ereditata, l’altro calabrese al governo e cioè quel Marco Minniti che è andato a ricoprire l’incarico di ministro dell’Interno.

 

Ulteriori dubbi, non legati a nomi calabresi ma che potrebbero avere ripercussioni in Calabria, sono quelli relativi alla trattativa tra Gentiloni e Denis Verdini. I verdiniani continuano a chiedere di essere rappresentati, anche «per dare continuità ai mille giorni di governo che li ha visti sostenere lealmente Matteo Renzi». L’ex delfino di Berlusconi spera ancora di poter ottenere un ministero, ma si accontenterebbe di due sottosegretari. Il che vorrebbe dire maggiore stabilità per il governo e tempo per i calabresi di Ala ancora in fase di organizzazione di proseguire nel percorso. Magari proprio insieme agli uomini di Ncd che hanno una gran voglia di costruire un’area ampia di moderati che nella nostra Regione ha sempre avuto un grande appeal elettorale.

 

Riccardo Tripepi