La presidente della Commissione Ambiente questa mattina ha incontrato i lavoratori a Trebisacce, con Tavernise (M5s) e Graziano (Udc). Intanto dal Pd arriva una mozione che tira in ballo la Regione
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«Da qui a lunedì o martedì prossimo, feste permettendo, la Regione ha pensato bene di corrispondere almeno una delle mensilità che spettano ai lavoratori dei Consorzi. Certo, si tratta di una goccia nel mare dei disagi che vive una persona che non prende lo stipendio da sei, sette mesi, ma è un segno di attenzione che vogliamo dare a quei lavoratori perché da mesi stiamo lavorando per correggere l’eredità raccolta da anni di irregolarità, sia economico finanziaria che gestionale, dei Consorzi».
Questa mattina la presidente azzurra della Sesta Commissione Ambiente e territorio, Katya Gentile, in compagnia del vice presidente Davide Tavernise e del segretario questore Giuseppe Graziano, si sono recati a Trebisacce, teatro del presidio dei lavoratori in attesa di ricevere uno straccio di stipendio. Sono lì già da una settimana ed hanno raccolto la vicinanza e la solidarietà di questo o quel politico o istituzione. Ma non basta. Non può bastare a loro sapere che della loro situazione se ne dispiaccia qualcuno.
La politica vuole dimostrare. E ne ha il dovere, che oltre alla solidarietà c’è anche la sostanza.
Dalla seduta di Commissione di ieri è emerso che negli ultimi giorni, alla presenza del presidente Roberto Occhiuto e dell’assessore Gianluca Gallo, si è svolto un incontro nel corso del quale sono emerse le diverse negligenze dei Consorzi soprattutto nei confronti del Dipartimento e dei lavoratori, e si è proceduto ad una variazione di bilancio per un importo pari a un milione di euro circa. La presidente Gentile – contattata telefonicamente - parla di un decreto già pronto per 1,3-1,4 milioni di euro. Ma il lavoro al dipartimento, oggi a confronto con l’assessore Gallo e le parti sindacali, si sta concentrando non solo sugli aspetti relativi ai pignoramenti gravanti sui Consorzi, ma si sta svolgendo anche con l’intenzione di verificare se ci sono le condizioni per commissariare gli enti consortili nelle more della riforma annunciata, che – ha assicurato Gentile – arriverà entro la fine dell’anno.
La presidente della Commissione, così come fatto nel corso delle sedute da cui è scaturita una dettagliata Risoluzione, non nasconde i grossi limiti e le conseguenti responsabilità della Regione in questa partita dei Consorzi. Innanzitutto sul versante del controllo e della vigilanza.
Intanto però Katya Gentile definisce strumentali le accuse che arrivano da una parte delle opposizioni in Consiglio regionale. «I lavoratori in sciopero sono operai consortili, e i Consorzi sono enti autonomi rispetto alla Regione – chiarisce - ma siccome gestiscono impianti regionali è normale che l’ente intervenga a loro sostegno. Ad agosto è stata erogata, con un apposito decreto, una prima tranche di 1,6 mln di euro in parte equa per tutti i Consorzi. Ma, per esempio, a Trebisacce, loro questi soldi non li hanno mai visti. Quando abbiamo scoperto questa cosa, perché né il Dipartimento né l’assessore erano stati informati dei pignoramenti, abbiamo deciso di dover andare più a fondo. Anche perché secondo alcuni quei soldi sono stati utilizzato per altro».
L’informativa in Commissione
Intanto, alla luce dell’attuale stato di agitazione degli operai dei Consorzi dell’alto Ionio cosentino, proprio ieri, in Sesta Commissione, si è reputato opportuno ribadire il lavoro fin qui svolto dall’organismo consiliare nella trattazione della spinosa questione.
La Commissione dal canto suo – al di là del “sopralluogo” di questa mattina a Trebisacce -, ha diffuso una nota con la quale si è inteso esprimere solidarietà ai lavoratori, puntualizzando, altresì, il lavoro fin qui svolto che negli ultimi mesi ha affrontato la problematica Consorzi attraverso le diverse audizioni dedicate agli Enti, alle associazioni, ai dirigenti del Dipartimento competente, ai rappresentanti delle parti sociali e delle organizzazioni sindacali, al fine di chiarire il più possibile la situazione e, per dirla con la presidente Gentile «agire in termini di trasparenza», mediante la pubblicazione degli atti sul sito istituzionale del Consiglio regionale.
D’altra parte la risoluzione approvata in una delle ultime sedute di Commissione con cui si è inteso sottolineare le criticità emerse e individuare le possibili soluzioni, fa parte dell’iter messo in campo per completare la riforma della legge dei Consorzi di bonifica che, ancora in itinere, la Commissione licenzierà, non senza ulteriori audizioni al fine di addivenire a quella che Gentile definisce una «riforma epocale di gestione» degli stessi.
La stessa presidente poi ha annunciato l’intenzione di istituire una stazione unica appaltante per seguire da vicino i percorsi ed evitare la dispersione delle risorse.
La mozione del Pd
Nel frattempo il gruppo del Partito democratico in Consiglio regionale ha depositato una mozione per chiedere un intervento finanziario urgente della Regione in favore dei Consorzi di bonifica, unitamente a un organico intervento normativo. La mozione – si legge in una nota - nasce dopo la visita effettuata dal capogruppo del Pd Mimmo Bevacqua, unitamente al consigliere Franco Iacucci, per esprimere solidarietà ai lavoratori del Consorzio dello Jonio cosentino in sciopero.
«I Consorzi di bonifica calabresi versano in una grave situazione finanziaria – si legge nella mozione presentata dai consiglieri regionali dem Mimmo Bevacqua, Ernesto Alecci, Franco Iacucci, Nicola Irto e Raffaele Mammoliti – causata in gran parte dalla mancata copertura relativa ai crediti derivanti dai piani attuativi di forestazione e dalla drastica riduzione dei trasferimenti regionali».
Ricordando il ruolo nevralgico che i Consorzi svolgono per la tutela e la difesa del suolo e per la prevenzione del dissesto idrogeologico, i consiglieri del Pd chiedono quindi alla giunta di «intervenire senza ulteriori indugi in favore dei crediti da lavoro (stipendi e Tfr) vantati dai dipendenti dei Consorzi e provvedere alla presentazione di un organico provvedimento normativo di riforma».
Ma non solo, perché i dem chiedono anche che venga attivato, con la massima urgenza, un tavolo di concertazione con i sindacati e l’Anbi per arrivare nel più breve tempo possibile ad una proposta di riforma non più rinviabile.