È stata di gran lunga la vetrina politica per eccellenza del 2024 per la Calabria. Una riunione che ha portato a Villa San Giovanni i Ministri dei Paesi aderenti al G7, il vice presidente della Commissione Europea e Commissario per il Commercio, nonché i Ministri dei Paesi terzi, per un totale di tredici delegazioni a cui si sono uniti anche i rappresentanti del mondo imprenditoriale del cosiddetto Business 7, per un confronto a più voci sui principali temi del commercio e dei mercati mondiali.

E non a caso lo stesso ministro a ripetere a più riprese che «il G7 non deve essere una torre d’avorio, ma deve aprirsi agli altri paesi del mondo»

Fortemente voluta dal vicepremier e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, la due giorni sulla Costa viola è seguito, nell’anno di presidenza italiana del G7, al Vertice dei Capi di Stato e di Governo delle 7 nazioni più industrializzate del mondo, svoltosi due settimane prima a Borgo Egnazia in Puglia, concentrandosi sui temi del Commercio globale, della crescita sostenibile e inclusiva, della tutela della libertà di navigazione e i traffici marittimi commerciali a fronte delle varie crisi che minacciano il commercio stesso, ma tenendo anche in debito conto che quello di Santa Trada è stato il Primo evento internazionale dopo il primo attentato a Donald Trump che ha severamente impegnato l’organizzazione.

La scelta della Calabria, ha detto nell’occasione Tajani, non è stata casuale - proprio con il nome della nostra regione è stato licenziato il documento finale del vertice dei ministri del commercio -, ma voluta per accendere i riflettori e prestare attenzione ad una regione che merita di crescere potendo contare sul più grande porto italiano che può diventare punto di riferimento del commercio mondiale. Tajani, poi, dedica un passaggio al rigassificatore, evocato dal presidente Occhiuto e mai abbandonato dal Governo: «Non abbiamo cambiato idea, Gioia Tauro può diventare hub energetico del nostro Paese e non solo. Naturalmente dobbiamo studiare bene in che forma».