Il Movimento civico Catanzaro nel cuore rilancia la proposta: «Tanti piccoli centri uniti per avere servizi oggi non concretizzabili»
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«Se ne parla ciclicamente ma poi non si azionano le procedure consequenziali. Eppure quello della fusione dei Comuni dell’hinterland catanzarese col capoluogo di regione è un argomento che merita di essere valutato attentamente e per tale motivo chiediamo al sindaco Abramo di adoperarsi in tal senso». Lo scrive il movimento civico Catanzaro nel cuore.
«Il nostro movimento - è scritto in una nota - ci aveva provato nel 2006 presentando al Consiglio Comunale una mozione che passò all’unanimità. Peccato che a quell’indirizzo strategico è seguito un lungo silenzio, facendo rappresentare la classe politica catanzarese come inconcludente. Ma non è mai troppo tardi! A Catanzaro e nei Comuni viciniori - fa rilevare il movimento - cresce la spinta per ottenere questo risultato che consegnerebbe alla Calabria un territorio più forte. Infatti – si fa presente - nell’ottica ormai prevalente della razionalizzazione dei costi e dell’auspicabile semplificazione burocratica, anche gli enti territoriali dovranno fare i conti con le esigenze dei tempi, pena subire i vizi e le inefficienze determinate da un’eccessiva frammentazione nonché dalla dispersione delle risorse. Ecco perché da sempre siamo convinti assertori di una fusione tra i comuni dell’hinterland affinché si venga a creare un’importante e strategica agglomerazione nel capoluogo regionale».
Secondo Catanzaro nel cuore «creare un unico grande Comune risponde a diverse giuste esigenze, ma non certamente riconducibili a quello status “metropolitano” che in Italia, con la riforma del Titolo V del 2001, è stato ridicolizzato ed inflazionato da realtà che non raggiungono nemmeno il mezzo milione di abitanti. Piuttosto – si specifica - noi intravvediamo l’opportunità per tanti piccoli centri di avere un potere contrattuale ed un’offerta di servizi oggi improbabili se non inesistenti a causa dello scarso peso specifico; cosa che, al contrario, attraverso l’integrazione in un’unica grande città può avvenire. Ogni cittadino ed ogni comunità desidererebbero essere destinatari di azioni e servizi consoni, ciò che può essere garantito solo se vi è massa critica e un forte ridimensionamento degli sprechi».
Il processo tuttavia, non andrebbe ad intaccare l’identità e la storia di ogni singolo centro: «È evidente che questa auspicabile fusione potrà offrire ciò che oggi, rimanendo piccoli e isolati, è assolutamente impensabile. Riteniamo - continua la nota - che al momento sia logico individuare nei Comuni della prima cintura catanzarese quelli con cui instaurare un dibattito: si tratta di Gimigliano, Pentone, Tiriolo, Settingiano, San Floro, Caraffa, Borgia, Simeri Crichi, Sellia, su cui gravitano almeno 25.000 persone. Con gran parte di queste municipalità esiste di fatto già una conurbazione. Subito dopo - si legge - si potranno ascoltare le municipalità della seconda cintura catanzarese, anch’essa costituita da almeno 25.000 abitanti, con centri quali Squillace, Girifalco, Cortale, Maida, Marcellinara, Amato, Miglierina, Sellia Marina, Zagarise, Soveria Simeri, Fossato Serralta».