Dentro la notizia

Fusione Cosenza-Rende-Castrolibero, Iacucci: «Una vittoria del Pd aver posticipato al 2027 lo scioglimento dei tre comuni»

Nel corso dell'approfondimento condotto da Pier Poalo Cambareri l'ex sindaco Occhiuto ha chiarito che è «falso che gli altri pagheranno i debiti del capoluogo». Per Aiello «manca una prospettiva su come sarà la struttura dei bilanci equilibrati e dei tributi»

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di Antonio Clausi
16 ottobre 2024
15:04

Puntata scoppiettante di “Dentro la notizia”, il programma condotto da Pierpaolo Cambareri e in onda ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 13 su LaC Tv. Ospite in studio il vicepresidente del Consiglio regionale Franco Iacucci che ha commentato gli interventi esclusivi realizzati con Mario Occhiuto e Francesco Aiello. Il tema affrontato è quello più caldo di tutti all’ombra della Sila: la fusione e la conseguente creazione della città unica Cosenza-Rende e Castrolibero.

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Sulla strada che porta al primo dicembre, data scelta dal presidente della Regione Roberto Occhiuto per il referendum consultivo, restano i ricorsi presentati dal Comune di Cosenza, da quello di Castrolibero e dal comitato popolare di Rende. Proprio oggi, il Tar ha fatto slittare al 6 novembre quest’ultimo. Tutte e tre le istanze azzannano la legge omnibus del 2023 con cui l’Ente ha levato l’atto di impulso ai consigli comunali, lamentano la violazione dei principi di autonomia locale e vogliono difendere l’indipendenza dei municipi.


Iacucci: «Qualcuno scambia una delibera di consiglio per potere di veto»

«Le cose sono diventate semplici – ha esordito Iacucci –. Noi ci siamo opposti alla legge omnibus, ma abbiamo riflettuto e pensato che non si poteva cancellare il percorso verso la città unica. La mediazione è l’aver posticipato al 2027 la data di scioglimento dei tre centri di governo. In quel documento cofirmato dai capigruppo, però, ci sono tutta una serie di cose che vanno fatte, a partire dallo statuto e dal bilancio unificato. Io pensavo che l’atto di impulso fosse imprescindibile, ma ho cambiato idea perché ogni regione parla di coinvolgimento degli enti locali e non dei Municipi. Alcuni lo interpretano come un atto di veto dei consigli comunali»

Aiello: «Il dibattito passi ai piani strategici»

L’economista Francesco Aiello, docente Unical, si è focalizzato sul decennio passato, descrivendolo «con poche luci e molte ombre dal punto di vista demografico». «Solo Rende – ha detto – ha registrato un incremento della popolazione del 6%, mentre Cosenza e Castrolibero hanno fatto registrare un 9% in meno. Si riuscirà con la città unica ad attrarre residenti? Dipende se si offriranno servizi efficienti alla popolazione e non è detto che la fusione sia la risposta tutti i problemi».
Il professore dell’Università della Calabria rimanda quindi al post-fusione e a come si realizzeranno i piani strategici. «Manca ad oggi una prospettiva su come sarà la struttura dei bilanci equilibrati e dei tributi: il dibattito – ha concluso – andrebbe orientato su questi fronti». Iacucci ha ribattuto: «In questa fase io privilegerei la fase politica, sebbene Aiello dica cosa sacrosante. Solo dopo il referendum si passerà alla seconda fase, quella della costruzione con la domanda “che città si vuole?” Il dibattito ci sarà, ad esempio su come bilanciare la zona sud con l’attrazione che eserciterà invece zona nord con ospedale e università».

Occhiuto: «Falso che Rende e Castrolibero pagheranno i debiti di Cosenza»

La posizione di Mario Occhiuto è nota a tutti. «Ci sono state delle uscite che fanno intravedere un clima di intimidazione verso coloro che voteranno al referendum – ha sottolineato il senatore di Forza Italia -. La città unica esiste già ed è evidente a tutti che ci saranno solo vantaggi. Non capisco la posizione di Franz Caruso, chi resta sul “no” è per posizioni egoiste. Mi auguro un afflusso importante».
La questione dissesto è invece l’arma di dibattito per i sostenitori del “no” alla fusione. L'affermazione che Rende e Castrolibero sarebbero costrette ad accollarsi i debiti di Cosenza è spesso ribadita in comunicati e incontri pubblici. «Sono accuse false, infondate – ha ribattuto l'ex sindaco -. Palazzo dei Bruzi è in dissesto dal 2019, nel 2027 dovrebbe avere riequilibrato i bilanci. Anche se non avvenisse ciò, resta una contabilità separata. Nei comuni nei primi cinque anni avranno la possibilità di dare ai territori una fiscalità differenziata. In più non dimentichiamo i contributi statali di 10 milioni all'anno per 15 anni». Infine il siparietto finale con l’ex sindaco che dice che non ricandiderà e Iacucci che ribatte: «Avete sentito? Ha detto “per adesso”». Schermaglie di campagna elettorale che sarà.

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