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E’ un po’ quando si muore nel giorno del compleanno. Il destino beffardo stavolta è toccato al Comune di Marina di Gioiosa. Domenico Vestito, membro di Libera e vicepresidente di Avviso Pubblico, fu proclamato sindaco il 22 novembre 2013. Esattamente quattro anni dopo, più o meno allo stesso orario, la decisione del Consiglio dei Ministri che ha deliberato lo scioglimento del consesso per infiltrazioni mafiose. Nella conferenza stampa di stamane l’ormai ex primo cittadino è andato giù duro, parlando di «omicidio della democrazia» e «assassini che hanno volti e nomi precisi, e si trovano a Roma e a Reggio Calabria», lanciando accuse pesanti al ministro “calabrese” Minniti e al Prefetto Michele Di Bari. «Un verdetto che mi scoraggia e mi sconforta, perché pensavo di avere lo Stato dalla mia parte – ha tuonato Vestito – forse il ministro dell’Interno ha gettato nel cestino una nota che avevamo inviato al Viminale, mentre il Prefetto di Reggio nell’ultimo anno ha ignorato le nostre segnalazioni e non ha mai parlato con un sindaco democraticamente eletto».
E poi ancora: «Mi chiedo se forse qualcuno vuole rifarsi una verginità, stabilire delle carriere o appuntare nuove medaglie sulla giacca. Eravamo mafiosi – ha sottolienato Vestito – quando andavamo in Prefettura o dai Carabinieri a discutere della nuova caserma? Recentemente ho rifiutato di avviare progetti Sprar non perché fossi contrario all’accoglienza, ma perché al cospetto dell’Anci ho detto che non mi sembrava giusto prendere simili decisioni in costanza dell’invio di una commissione d’accesso». Il sindaco è un fiume in piena: «Se i nostri voti puzzano – ha rimarcato Vestito - devono puzzare sempre, anche quando eleggono i parlamentari che siedono a Roma. Oggi è stata uccisa la fiducia dei cittadini verso le istituzioni, e la gente non crederà più a nulla, tanto che nessuno sarà più disposto a candidarsi per rischiare di essere vilipeso in questo modo».
Per Marina di Gioiosa si tratta del secondo scioglimento per mafia negli ultimi sei anni. Nel 2011 il Comune fu sciolto a seguito dell’operazione “Circolo Formato”, che azzerò l’intera Giunta guidata dall’allora sindaco Rocco Femia.