Come prevedibile, è la testa d’ariete della Lega in Calabria ad anticipare, tramite una nota, l’arrivo di Salvini, che domani trascorrerà il Ferragosto nella nostra regione recandosi prima a San Luca e poi in elicottero al santuario di Polsi. «La scelta del ministro degli Interni – scrive il deputato lametino Domenico Furgiuele - di trascorrere il Ferragosto in quei territori di Calabria dove lo Stato, in più di un'occasione, ha brillato per inesistenza riuscendo ad essere più latitante dei latitanti, è motivo di grande fierezza, e non credo per i soli militanti e simpatizzanti della Lega, il cui numero peraltro continua a crescere nella nostra regione».

 

«Matteo Salvini - prosegue  il segretario regionale calabrese della Lega-Salvini premier - non è persona che si accontenta delle dritte di autorevoli consiglieri istituzionali o, peggio, delle solite narrazioni (dossieristiche e letterarie) quando c'è da leggere e capire una realtà complessa come quella dei territori di frontiera della Calabria. Il nostro leader predilige un approccio diretto, uno studio costante e personale dei fenomeni che impediscono ad una terra nobile di affrancarsi dallo strapotere mafioso. Altro che mossa di marketing politico, come si sono affrettati a scrivere alcuni illustri conferenzieri della domenica, più interessati a vivere premi e convegni che quella realtà che si vantano di conoscere a menadito, con riferimento alla prossima venuta del ministro in provincia di Reggio Calabria».

 

«I mesi a venire - sostiene ancora il deputato leghista - dimostreranno la rude concretezza (rude perché quando c'è da affrontare la 'ndrangheta bisogna essere tosti, non 'convegnistici' o fighetti) del modus operandi di Matteo Salvini e della Lega nei confronti del cancro mafioso. La tappa ferragostana, pertanto, assume un significato diverso. Essa non sarà una pur importante dimostrazione simbolica di vicinanza di un uomo di Stato che alla Calabria vuole bene davvero, e non a chiacchiere, ma l'inizio di un iter che vedrà insieme il parlamento e il governo, in una azione di contrasto alle organizzazioni criminali e, cosa non secondaria, alla subcultura che ne sostanzia l'agire».