Il sostegno al Ddl Calderoli rischia di togliergli il consenso di molti cittadini del Sud che oggi è il principale bacino elettorale. E la posizione della Chiesa può rompere l'empatia con il mondo cattolico
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Ci sarà molta Calabria oggi a Roma per i festeggiamenti dei 30 anni di Forza Italia. D’altronde non potrebbe essere diversamente considerato i voti che il partito riesce ancora a rastrellare da queste parti e visto che la classe dirigente locale non fa mistero di volersi prendere la leadership del partito. A Roma è atteso il coordinatore regionale, il deputato Francesco Cannizzaro, l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, il presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, i consiglieri regionali e soprattutto il presidente Roberto Occhiuto.
L’analisi | La “cassaforte” di Forza Italia è la Calabria ma l’Autonomia differenziata può scassinarla
La convention si dividerà in due parti: la prima sulle celebrazioni di questo trentennale, la seconda sulle proiezioni future del partito. Quest’ultima la più interessante. La domanda è sempre la stessa ovvero se Forza Italia sopravvivrà alla morte del suo Fondatore. Il banco di prova ovviamente sono le imminenti elezioni Europee dove gli Azzurri ambiscono almeno al 4%, mentre qua in Calabria puntano a cifre almeno doppie rispetto al dato nazionale.
La sfida | De Luca chiama anche la Calabria alla battaglia contro l’autonomia differenziata: «Lottiamo insieme per il Sud»
La strada però si è fatta incredibilmente in salita al di là di quelle che saranno le intenzioni future della famiglia Berlusconi. «Oggi ricordiamo il presidente Berlusconi, ma il modo migliore per onorarlo è quello di dimostrare che abbiamo imparato la lezione del nostro grande maestro - ha dichiarato il presidente Roberto Occhiuto - da suoi buoni allievi dovremo avere la capacità di sintonizzarci con i cittadini e saperne interpretare bisogni e priorità». Come abbiamo già avuto modo di scrivere oggi Fi è un partito molto diverso rispetto al 1994. È cambiata la sua composizione sociale con un radicamento sempre più profondo nel Mezzogiorno, dove Calabria e Sicilia spiccano per dote elettorale. Siamo sicuri che il modo migliore di interpretare i bisogni e le esigenze dei cittadini sia quello di offrire una sponda all’autonomia differenziata?
Tra la gente | «Autonomia differenziata? E cos’è, quella cosa dei rifiuti?»: calabresi inconsapevoli dello tsunami “spacca-Italia”
Facendosi un giro sui social pare proprio di no. Basta andare sul profilo Fb del senatore Mario Occhiuto che ieri ha postato il suo intervento al Senato durante le dichiarazioni di voto in aula sul provvedimento. I commenti non sono certo lusinghieri verso l’ex sindaco di Cosenza. C’è anche chi ha ricordato la posizione della Chiesa sulla questione, chi ha contestato l’impostazione del progetto snocciolando numeri e cifre, chi semplicemente ha scritto “vergogna”.
Il punto è che anche la Chiesa cattolica ha sonoramente bocciato la riforma con il vescovo di Cosenza, monsignor Giovanni Checchinato che ha parlato di secessione dei ricchi. Come abbiamo scritto ieri non è stato l’unico a farlo, ma dal Vaticano sono diverse le voci contrarie alla riforma. Un problema, soprattutto per chi vorrebbe intercettare il voto dei cattolici moderati.
Lo scontro sul Ddl | Autonomia differenziata, il vescovo di Cosenza durissimo con i senatori che l’hanno votata: «Stanno con i ricchi e dimenticano la Bibbia»
Il nodo politico sta tutto qua. I forzisti continuano a ripetere che esiste uno spazio politico moderato nel centrodestra. Lo ha detto, ad esempio, con grande forza l’assessore regionale Gianluca Gallo durante il congresso provinciale di Cosenza. Detto questo, però, non è detto che questo spazio venga automaticamente occupato da Forza Italia. Potrebbe venire preso da Giorgia Meloni qualora decidesse di aprire a sinistra il suo partito e fagocitare tutti oppure da qualche altra forza che ancora è in embrione (Renzi ad esempio è uno che da tempo occhieggia a quella parte politica). Fra l’altro quello che è stato definito come uno scambio fra i partiti di Governo, non ha dato molti vantaggi ai forzisti. Se FdI ha incassato un progetto a cui la Meloni tiene molto come quello del premierato, se la Lega ha portato a casa un risultato per lei storico visto che l’autonomia è sempre stata la battaglia madre del carroccio, Fi ha ottenuto in cambio una riforma della giustizia che al momento non scalda proprio i cuori agli italiani.
Letta così l’autonomia differenziata può essere davvero un duro colpo per le aspirazioni elettorale dei forzisti. Soprattutto per quelli calabresi.