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Il tentativo è ormai avviato. Il senatore Antonio Caridi, attualmente in forza al Gal, sta provando a prendersi il partito calabrese di Forza Italia. O quantomeno di ottenere un cambio al vertice. I rapporti di Caridi con il luogotenente Romani sono sempre più stretti e i numeri di Forza Italia al Senato sono sempre più risicati. Specialmente dopo la rottura di Denis Verdini che ha creato un nuovo gruppo per far da stampella all’esecutivo Renzi nei momenti più delicati.
Il timore di Berlusconi e degli ultimi e fedeli (?) collaboratori rimasti è quello di assistere ad un progressivo svuotamento del partito. Le rotture con Fitto e con Verdini hanno lasciato il segno e vengono valutate come un pericolo futuro. Non è certo chiaro, per il momento, quale possa essere l’appeal dei due movimenti, ma è certo che andranno ad erodere uomini e consenso del partito di origine. Sicuramente in maniera superiore a quanto fatto dal delfino Angelino Alfano con il suo Nuovo Centrodestra, nato al momento dell’implosione del Pdl. Da quel momento per Berlusconi si è aperta una crisi senza fine. Il rilancio di Forza Italia non è riuscito mai ad entusiasmare e dopo le numerose divisioni interne il partito è arrivato, proprio in questi giorni, al 12% del consenso. Il minimo storico. E’ ovvio, dunque, che in questa fase ci sia la massima attenzione per quello che si muove ad ogni livello, compreso quello del Senato. Alla Camera Alta, pronta ad essere modificata in maniera pesantissima dal ddl firmato dal ministro Boschi, si stanno giocando le partite più complicate per il governo.
Ed allora il senatore calabrese Antonio Caridi che aveva seguito Giuseppe Scopelliti al momento del transito verso Ncd per poi abbandonare Alfano e trovare collocamento al Gal, sta cercando di sfruttare al meglio la nuova situazione. Caridi si pone come punto di riferimento calabrese in alternativa ai “gentiliani” di Ncd e anche ai possibili proseliti che Galati potrebbe fare dopo aver aderito ad Ala di Verdini. Su Lamezia, ad esempio, è già nato un gruppo consiliare di Ala e con Galati andrà quasi certamente anche l’ex consigliere regionale Mario Magno.
La gestione di Forza Italia da parte di Jole Santelli, poi, non è che stia facendo spellare le mani dagli applausi agli aderenti del partito. Le ultime nomine dei coordinatori provinciali, dopo una lunga pausa di inerzia dal parte del coordinamento regionale, non hanno convinto molti. In particolar modo sul territorio di Vibo si stanno moltiplicando le fibrillazioni. Il consigliere regionale Salerno non ha per nulla gradito la nomina di Mangialavori (consigliere regionale della Casa delle libertà), avvenuta senza che lui fosse consultato. Il suo malessere, così come quello dell’ex consigliere regionale di Fi Salvatore Bulzomì, sarebbe già sul tavolo dei vertici romani. A Cosenza gli “anziani” del partito temono nuovi colpi di testa di Jole, mentre a Reggio Calabria la coordinatrice regionale è stata costretta a prendersi l’interim per non scatenare una nuova guerra intestina. Caridi che a Reggio ha il suo principale bacino di voti avrebbe anche suggerito una possibile soluzione al problema con la nomina di Francesco Cannizzaro (suo delfino e attualmente consigliere regionale della Casa della Libertà), ma non se ne è fatto nulla perché Cannizzaro al momento non è iscritto a Forza Italia. Iscrizione che potrebbe darsi per scontata nel caso in cui Caridi dovesse ascendere verso i vertici del partito. A decidere sull’esito dell’operazione saranno Romani e Berlusconi. E proprio il Cavaliere sembra l’ultima ancora di salvezza per la Santelli. La coordinatrice regionale continua ad avere ottimi rapporti con il leader azzurro e da lui ha avuto ampie rassicurazioni prima di procedere con le nuove nomine in Calabria. L’influenza di Romani su Berlusconi, però, è in continuo aumento e con la confusione generale in continua ascesa tutto diventa possibile in quella che fu una corazzata invincibile.
Riccardo Tripepi