L’assessore Gallo (che sarà riconfermato alla guida del partito nel Cosentino) parla di «grande esercizio di democrazia». Ma non ci saranno mozioni alternative a quelle indicate dai maggiorenti azzurri. Il vero obiettivo sono le Europee
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C’è grande fermento in questi giorni dalle parti di Forza Italia. Il coordinatore regionale, Francesco Cannizzaro, ha deciso di arrivare ai congressi col botto.
Frenetica in questi giorni la sua attività di “scouting”. Prima è riuscito a convincere Katya Gentile a rimanere nel partito nonostante le sue perplessità anche sull’andamento dei lavori del consiglio regionale. Ieri ha ufficializzato l’adesione del sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro e oggi dovrebbe annunciare quella di Salvatore Cirillo, consigliere regionale eletto con Coraggio Italia ma da sempre molto vicino allo stesso Cannizzaro.
Sullo sfondo i congressi provinciali che si celebreranno in questi giorni, soprattutto domenica quando a Cosenza è atteso Antonio Tajani, vicepremier, ministro degli Esteri e attuale coordinatore nazionale del partito.
I forzisti calabresi da giorni vanno ripetendo che i congressi segnano una svolta epocale per gli Azzurri e parlano di un partito aperto, finalmente contendibile. Roba che da quelle parti non s'è mai vista. Così anche l’assessore regionale Gianluca Gallo, che sarà confermato nel ruolo di coordinatore provinciale del cosentino, si è lasciato andare all’entusiasmo. «Puntiamo a confermare il nostro ruolo di forza di governo responsabile e moderata, attenta alle esigenze di famiglie e imprese e saldamente ancorata, in Italia come in Europa, ai valori cristiano-democratici, nell’ambito della coalizione di centrodestra. Lo facciamo scrivendo una pagina di grande democrazia e partecipazione».
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La situazione non ci sembra però come l’ha descritta Gallo, nel senso che gli imminenti congressi forzisti ci sembrano tutti tranne che aperti. «Saranno congressi in forma unitaria, con mozioni uniche con una convergenza che non tutti possono vantare», ha detto ai nostri microfoni il coordinatore regionale che ritiene evidentemente l’unitarietà un valore. Ma possibile che non ci sia nemmeno un filino di dissenso o di idee alternative? Pare proprio di no. Del resto la stella di Licia Ronzulli sembra essere definitivamente tramontata e anche l’addio di Giuseppe Mangialavori dal ruolo di coordinatore regionale sa di resa politica di quel gruppo.
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In questi giorni non abbiamo visto o sentito parlare di raccolte di firme per le mozioni o di termini per il tesseramento. Il partito è saldamente nelle mani di Roberto Occhiuto e Francesco Cannizzaro quindi i congressi sono già, praticamente scritti, Detto di Gallo a Cosenza, a Crotone il coordinatore sarà Sergio Torromino, a Catanzaro Marco Polimeni, a Vibo Valentia Michele Comito, a Reggio Calabria Giovanni Arruzzolo. A che serve allora stiparsi nella sala di un hotel a discutere di quello che si sa già?
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I soliti maliziosi dicono che il vero obiettivo non siano i congressi bensì il tesseramento. I congressi non sono altro che un viatico per le Europee e servono quindi a serrare le fila ma soprattutto a recuperare, attraverso la sottoscrizione delle tessere, un po’ di liquidità necessaria per affrontare la campagna elettorale.
Lo sa bene Letizia Moratti che appena rientrata in Forza Italia ha versato nelle casse del partito (come testimoniano gli elenchi ufficiali) 35mila euro il 30 novembre scorso. Insieme a lei un altro generoso versamento, questa volta di 30mila euro, l’ha versato Paolo Scaroni, presidente del Milan e da maggio presidente di Enel, uomo molto vicino alla famiglia Moratti. È da qui che l’ex sindaco di Milano parte per contendere la leadership del partito ad Antonio Tajani.