La notizia potrebbe far esplodere definitivamente il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale. L’Assemblea, al primo punto all’ordine del giorno, ha la sostituzione del consigliere azzurro Nazzareno Salerno, arrestato nell’ambito dell’operazione “Robin Hood”, con il primo dei non eletti nel collegio centro e cioè Mario Magno. Magno, già consigliere nella passata legislatura, è vice coordinatore provinciale del partito a Catanzaro, così come voluto da Mimmo Tallini con cui è in ottimi rapporti.

 

Ebbene Magno non sembra intenzionato ad iscriversi nel Gruppo di Forza Italia. Come lo stesso ha confermato non comunicherà la sua decisione al momento dell’ingresso in Aula, ma si avvarrà della facoltà di procedere alla comunicazione nei cinque giorni successivi. Così come gli consente il regolamento di palazzo Campanella. Ma la sua idea è quella di iscriversi al Gruppo Misto, proprio dove ritroverà Mimmo Tallini che, all’inizio della legislatura, optò per il Misto dopo un duro sconto interno agli azzurri.

 

In poco più di un mese, dunque, la storia si ripete. Anche Wanda Ferro entrata in Consiglio regionale al posto di Giuseppe Mangialavori, durante l’ultima seduta di Consiglio, ha deciso di iscriversi al Gruppo Misto. Nonostante rivesta il ruolo di vice coordinatore regionale del partito. La sua decisione venne spiegata con la necessità, da miglior candidato perdente della coalizione di centrodestra, di dover guidare tutti i gruppi di opposizione in maniera più neutrale possibile. Anche se rimangono intatti tutti i dubbi su una decisione che ha avuto indubbiamente anche un sapore politico.

 

In questo caso la spiegazione deve ancora arrivare, ma se Magno dovesse confermare la sua decisione, il risultato sarebbe clamoroso. Nel Gruppo Misto ci sarebbero più consiglieri di Forza Italia che nel gruppo di Forza Italia stesso. Al Misto ci sono già Ferro e Tallini ai quali si aggiungerebbe Magno. Nel gruppo di Fi rimarrebbero invece il capogruppo Nicolò e Ennio Morrone che è già fuori dal partito. Una situazione ai limiti del paradossale che non potrà essere ignorata ancora a lungo dai vertici del partito.

 

Riccardo Tripepi