Fallita la missione reggina di Jole Santelli. La frattura (l’ennesima) all’interno del gruppo consiliare di palazzo San Giorgio non è stata sanata e, formalmente, non esiste ancora un capogruppo dopo l’abbandono di Marino, passato al Misto e in odore di diventare organico al centrosinistra.
Come si ricorderà gli uomini che hanno il loro riferimento nel senatore Antonio Caridi avevano tentato l’elezione di Maiolino (eletto in Consiglio in Reggio Futura), mandando su tutte le furie la parte di Fi che invece si riconosce nel capogruppo Alessandro Nicolò.

Ieri la coordinatrice ha provato a trovare una soluzione convocando i consiglieri comunali, ma non i due big. L’incontro non ha avuto l’esito sperato e anzi la coordinatrice ha dovuto raccogliere le doglianze di Luigi Dattola che, pur astenendosi sul nome di Maiolino, aveva fornito il numero legale alla riunione di D’Ascoli, Caracciolo e dello stesso Maiolino che avevano portato alla contestata elezioni. Dattola ha chiaramente spiegato che non era sua intenzione arrivare ad un’elezione di questo tipo.

E’ chiaro dunque che adesso la quadra si dovrà trovare ai piani alti con un confronto tra la coordinatrice, il senatore Caridi e il capogruppo in Consiglio regionale Alessandro Nicolò. Un’ennesima spia, insomma, del malessere che vive il partito in riva allo Stretto e che guarda con attenzione anche agli equilibri in vista delle prossime elezioni politiche, in occasione delle quali sembrano davvero troppi i galli per un pollaio che produrrà pochi posti al sole.

Anche il presidente della Provincia Giuseppe Raffa lo ha capito da tempo e dopo aver lanciato un appello alla coordinatrice regionale, caduto completamente nel vuoto, ha iniziato a fare i suoi passi fondando un’associazione che non vuole disperdere il patrimonio di esperienze e contatti maturati durante la gestione della Provincia. Allo stesso tempo ha avviato le consultazioni con le varie forze politiche, compresa la Lega di Salvini che ha da tempo alla studio soluzioni meridionalistiche per allargare il bacino dei suoi voti. A complicare ulteriormente le cose, la mancata nomina della segreteria provinciale dopo le dimissioni di Roy Biasi. Al momento il partito è retto dal commissariamento ad interim della stessa Santelli che non è riuscita, almeno fino al momento, a fare sintesi delle diverse posizioni in campo.

L’emorragia azzurra, insomma, non sembra avere fine. A Cosenza l’abbandono dei Morrone è stato l’ultimo tassello di una vera e propria diaspora che corre il rischio di indebolire, e non poco, le liste a sostegno di Mario Occhiuto che ha pure deciso di non correre sotto i vessilli del partito di Berlusconi. Scelte assai azzardate e di rottura che rischiano di far diventare la prossima tornata amministrativa decisiva anche per la gestione del partito calabrese.


Riccardo Tripepi