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La fuga in avanti dei quattro consiglieri regionali di Fi (Salerno, Morrone, Graziano e Nicolò) potrebbe avere avuto il paradossale effetto di rallentare un processo di avvicendamento alla guida del partito al quale i vertici di Fi stavano pensando.
Sul territorio calabrese le difficoltà di gestione degli azzurri sono molte e Jole Santelli nel corso del suo mandato probabilmente non è riuscita a raggiungere l’obiettivo, peraltro assai complicato, di ricompattare un partito, uscito assai provato dall’implosione del Pdl prima e dalle dimissioni in corsa di Scopelliti dopo, con la successiva batosta elettorale subita alle regionali. Su tutti i territori provinciali c’è fermento e molti big della prima ora si sono sentiti emarginati e messi da parte (Pacenza, Albano, Raffa, Mancini, Bulzomì solo per citarne alcuni). Le nomine dei coordinamenti provinciali hanno poi fatto esplodere il malcontento di tanti fino ad arrivare all’attuale situazione.
I vertici azzurri stavano pensando a varie soluzioni per togliere il partito dalle secche. Compresa quella di una sostituzione della coordinatrice che sarebbe stata promossa con un incarico di livello nazionale e con una ancora più stretta collaborazione con Silvio Berlusconi. Insomma si pensava di ripetere in Calabria quanto avvenuto in Sicilia con l’avvicendamento del senatore Vincenzo Gibiino con la vecchia gloria Gianfranco Miccichè. Gibiino è stato voluto nel proprio staff dal Cavaliere. Il rapporto tra il patron di Fi e la Santelli si mantiene forte e mai Berlusconi avrebbe consentito una sostituzione traumatica o una sorta di sfiducia. Avrebbe potuto lasciare che i suoi, con la regia di Fiori, operassero un cambio con promozione per Jole. Poi la richiesta di un commissariamento da parte dei consiglieri regionali è andata oltre la misura. E così Berlusconi ha deciso di rinviare ogni operazione a tempi migliori, confermando in pieno la propria fiducia nella coordinatrice regionale. E’ chiaro, però, che nei prossimi mesi qualcosa dovrà essere cambiato nell’assetto complessivo, anche per evitare che ci possano essere nuove e pericolose fughe da Fi, inaugurate qualche tempo fa da Pino Galati e dal suo gruppo, confluiti nella nuova formazione di Verdini.
Sui vari territori il fermento è assai forte. Questa mattina a Gioia Tauro, ad esempio, Nino Foti prosegue nell’attività di promozione di Labsud. “Un progetto per il territorio. E’ il titolo della nuova iniziativa promossa da Labsud, la piattaforma nata dalla collaborazione fra Eurispes e Fondazione Internazionale Magna Grecia al fine di riportare al centro del dibattito politico, economico e sociale i problemi del Mezzogiorno. Un’iniziativa ideata per offrire sin da subito spunti concreti e articolata in una serie di eventi itineranti che toccheranno tutte le Regioni del Meridione partendo dalla Calabria, domani, Giovedì 10 Dicembre, con il primo appuntamento a Gioia Tauro, per proseguire il 19 Dicembre in Campania, a Napoli, e successivamente in Sardegna, Puglia, Sicilia e Basilicata”. Al centro del primo incontro di oggi le “risorse da valorizzare e le potenzialità inespresse della Calabria”. Parteciperanno al dibattito: il sindaco di Gioia Tauro Giuseppe Pedà, fra i primi aderenti al progetto di Labsud, il presidente della Fondazione Magna Grecia Nino Foti, il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara, i parlamentari Settimo Nizzi e Luca Squeri, oltre al presidente della Provincia di Reggio Giuseppe Raffa. Se a questi fermenti si aggiunge la nascita di Azione nazionale, dei gruppi Ala nel lametino, i richiami da destra provenienti per molti (Wanda Ferro solo per fare un esempio), si capisce come sia l’intero schieramento in fase di completa riorganizzazione.
Riccardo Tripepi