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L’appuntamento è fissato per domani a Lamezia Terme. Insieme alla coordinatrice e ai suoi ben quattro vice, fra i quali anche il neo entrato Antonio Caridi, tutti i consiglieri regionali. L’obiettivo cercare di capire cosa è successo in occasione dell’elezione di Ennio Morrone alla carica di presidente della Commissione speciale di vigilanza. E sarà difficile non fare volare gli stracci considerato che il partito si presenterà (?) a Lamezia spaccato come non mai. Da una parte la corrente che si riconosce nelle posizioni di Mimmo Tallini e cioè Mangialavori e Cannizzaro, seppure questi ultimi formalmente iscritti al gruppo della Casa delle Libertà. I tre avrebbero voluto una maggiore concertazione nella scelta del presidente, tanto che avevano chiesto una riunione dei gruppi di minoranza prima di procedere all’elezione. Riunione non concessa dal resto delle truppe con il capogruppo Nicolò, Salerno, Morrone e Graziano (Cdl) convinti della scelta del primo momento che era pure stata formalizzata in aula. Alla fine si arriva all’elezione anche con i voti di Ncd e di alcuni rappresentanti della maggioranza di centrosinistra, visto che Morrone è stato eletto presidente con 16 voti.
Immediata la reazione di Tallini che ha gridato all’inciucio con la maggioranza, innescando un pericolosissimo crescendo di accuse fra le parti. Nicolò, Morrone, Salerno e Graziano hanno risposto alle accuse di inciucio con una richiesta di espulsione di Tallini, il quale ha li ha definiti “opposizione verdiniana”. Gli altri, per tramite di Nicolò, hanno fatto sapere delle pressioni su Graziano per convincerlo a cambiare idea su Morrone.
Insomma più allo sbando di così Forza Italia non potrebbe essere. Ed allora ci vorrà un grande sforzo diplomatico per provare a fare tornare la pace tra gli azzurri. Sforzo reso ancora più arduo dalla circostanza che nel coordinamento regionale è appena entrato il senatore Caridi, arrivato nonostante l’opposizione del blocco reggino e di Nicolò. A Caridi, ad esempio, fa riferimento Cannizzaro tra gli oppositori alla nomina di Morrone.
Nella confusione generale e in attesa di ritrovare il proprio partito, la Santelli ha approfittato della giornata di ieri per attaccare frontalmente il governo Renzi reo (?) di aver inviato 10 milioni al suo sindaco Falcomatà.
"Il premier innamorato di sè e dei suoi slogan probabilmente pensa di regalarsi giorni felici, non certo quelli dei cittadini, sicuramente non dei calabresi. Il governo, nel decreto per il 'territorio', si ricorda della Calabria solo per risanare il bilancio del 'suo' sindaco Falcomatà a Reggio con 10 milioni. Il capitolo emergenze infatti - aggiunge - prevede, in tutto, 50 milioni di euro a disposizione della Protezione civile. Un 'buon modo' per dar pochi soldi ma non per ciò che serve ed in maniera tale da spalmarli in tutta Italia anziché destinarli a specifici problemi. Provvedimento che sottolinea l'assenza di interventi diretti del decreto sullo stato di emergenza sulla Locride e il totale menefreghismo di questo Governo verso le emergenze vere della Calabria, ad iniziare da quelle delle terre alluvionate”.
Riccardo Tripepi