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Il risultato di Forza Italia alle ultime politiche, che Jole Santelli e Roberto Occhiuto hanno giudicato un mezzo trionfo, si sta trasformando in un mezzo fiasco. Il riconteggio delle schede si è rivelato amaro per gli azzurri che perdono il seggio proporzionale di Maria Tripodi per cederlo a Fratelli d’Italia con Fausto Orsomarso. Con annesso strascico di polemiche: gli azzurri minacciano esposti in Procura per presunti brogli, mentre Orsomarso replica: in realtà avete festeggiato su dati ufficiosi. Orsomarso ha anche chiesto ai vertici azzurri di specificare meglio contro chi sarebbero rivolte le accuse di brogli.
Ma le beffe per Forza Italia non finiscono qui. Oltre a perdere un seggio in Parlamento e rendere quindi ancora più striminzito il bottino, il partito ne perde uno anche in Consiglio regionale. Con l’uscita di Orsomarso rientra a palazzo Campanella anche Giacomo Mancini, veterano degli scranni reggini avendo occupato anche il ruolo di assessore al Bilancio nella giunta Scopelliti. Mancini, eletto nelle liste di Forza Italia alle ultime regionali, adesso è passato al Pd e si siederà tra i banchi del centrosinistra per la gioia di Mario Oliverio e anche della stampa nazionale che è andata a nozze con i suoi continui cambi di casacca, trasformandolo in icona del trasformismo.
Ma non può non notarsi come anche Wanda Ferro e lo stesso Fausto Orsomarso siano stati eletti in Consiglio regionale con Forza Italia prima di lasciare polemicamente il partito e arrivare all’elezione in Parlamento con Fratelli d’Italia. Wanda Ferro è stata la candidata alla carica di governatore per lo schieramento di centrodestra e, sconfitta alle urne da Mario Oliverio, è stata inizialmente esclusa dal Consiglio per l’effetto di una legge elettorale poi dichiarata incostituzionale. Una legge che, si badi bene, è stata approvata anche da Forza Italia sul finire della legislatura Scopelliti. La Ferro è rientrata in Aula dopo una lunga battaglia giudiziaria, ma non l’ha mai perdonata al partito di Berlusconi, tanto da iscriversi al Gruppo Misto prima di formalizzare la sua adesione alla formazione politica guidata dalla Meloni. Orsomarso ha lasciato proprio all’inizio della legislatura e senza aver mai preso la tessera.
Insieme a loro, durante questa consiliatura, hanno lasciato il partito anche Ennio Morrone, Nazzareno Salerno e Giuseppe Graziano. Tutti in apertissima polemica con la gestione del coordinamento regionale.
Al disastroso quadro va aggiunta la vicenda legata all’esclusione dalle candidature del capogruppo Alessandro Nicolò che continua a rilasciare dichiarazioni al fulmicotone contro i vertici del partito. Affiancato da Nino Foti e dai vertici reggini che, dopo avere restituito in massa le tessere, adesso, vogliono immediati interventi da Roma.
A registrare con attenzione il crescente malumore, accrescendolo per contro proprio, è poi il gruppo che fa capo ai fratelli Gentile. L’adesione a Forza Italia non ha prodotto nessun risultato utile fin qui: mancata l’elezione di Andrea Gentile nel cosentino e di Piero Aiello a Catanzaro, nonostante la cospicua messe di voti portata nella cascina di Forza Italia.
Sotto i raggi x dei critici, oggi più di ieri, finisce dunque la scelta dei candidati da parte del coordinamento e soprattutto la decisione di schierare al proporzionale di entrambi i collegi camerali calabresi Jole Santelli e Roberto Occhiuto ai vertici del listino.
Riccardo Tripepi