La quiete prima della tempesta. Dopo settimane di scontro all’arma bianca dentro la Forza Italia calabrese è calato il silenzio. Le elezioni regionali si avvicinano a passo spedito, ma la battaglia sul nome del candidato governatore, che Jole Santelli e il suo coordinamento hanno fatto partire oltre un anno fa, si è congelata all’improvviso.

In realtà la partita si è completamente spostata tra Roma ed Arcore dove la coordinatrice regionale insieme al vicepresidente del gruppo azzurro alla Camera Roberto Occhiuto stanno alzando la posta del pressing su Silvio Berlusconi per strappare il Sì se non per il sindaco di Cosenza, almeno sullo stesso Roberto. Approfittando del momento di debolezza che il Cavaliere sta vivendo in tutte le Regioni con un partito che pare sull’orlo della scissione, nonostante l’ultimo faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Mara Carfagna abbia riaperto qualche spiraglio di dialogo.

In Campania, altra Regione chiamata alle elezioni, la scelta di Stefano Caldoro ha di fatto rischiato, e la crisi non è rientrata, di fare scoppiare il partito. La vicepresidente della Camera, che avrebbe voluto sfidare l’uscente Vincenzo De Luca, avrebbe chiesto un passo indietro dello stesso Caldoro e comunque ribadito la necessità che scelte di questo genere non possano essere prese senza consultare la base e il partito.

 

In buona sostanza quello che chiedono anche i forzisti calabresi legati al gruppo di Jole Santelli e i parlamentari che, da Francesco Cannizzaro a Roberto Occhiuto, sarebbero pronti a seguire la Carfagna nella costituzione di eventuali gruppi autonomi parlamentari e anche in un eventuale processo di scissione.

Parola che suona come un incubo all’orecchio di Berlusconi che ha visto il suo partito scendere sotto il 6% nei sondaggi con big di primo piano fagocitati da Lega e Fratelli D’Italia prima e adesso da Italia Viva di Matteo Renzi. Ultimo della serie il coordinatore regionale del Veneto, nonché sindaco di Garda, Davide Bondinelli che ha lasciato ufficialmente gli azzurri per aderire al partito di Matteo Renzi in aperto contrasto con la linea politica di Forza Italia troppo schiacciata sulla Lega.

 

Ecco perché la scelta del candidato governatore in Calabria, sempre in bilico tra uno degli Occhiuto invisi a Salvini e il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, ben visto dalla Lega, rischia di essere lacerante e viene continuamente rimandata.

Il niet alle richieste forziste metterebbe altre munizioni nelle armi di Mara Carfagna e potrebbe accelerare il processo di scissione con il trasferimento delle truppe presso le sponde di Italia Viva e una candidatura Occhiuto civica, fuori dalla coalizione.

Nel weekend dovrebbe esserci il vertice decisivo tra Salvini, Meloni e Berlusconi per ufficializzare le varie scelte. Ma il condizionale è d’obbligo perché ogni weekend, da almeno un mese a questa parte, è stato indicato come quello decisivo. Stavolta, però, il silenzio ufficiale delle parti in causa suggerisce che ci si trovi davvero nel momento decisivo.

 

Riccardo Tripepi