A Dentro la Notizia il caso di quella che doveva essere un’eccellenza nell’agroalimentare e rischia di rimanere invece un grande spreco. Ai microfoni di LaC l'ultimo presidente, Gennarino Masi
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Difendere la Fondazione Terina. Ma rilanciarla anche, per evitare il rischio che venga disperso un patrimonio di competenze maturate da oltre un decennio e che tornino a Roma i finanziamenti erogati a suo tempo per impreziosirne le attività. A “Dentro la Notizia”, il format di LaCNews24 condotto da Pier Paolo Cambareri, i riflettori sono stati puntati sul caso dell’ente strumentale della Regione Calabria, al cui interno giacciono inutilizzate apparecchiature all’avanguardia utilissime per sostenere la ricerca nel campo dell’agroalimentare.
Una vicenda tornata agli onori della cronaca a seguito dei servizi proposti su LaCNews24 da Pablo Petrasso, vice direttore della testata, oggi ospite negli studi televisivi per un confronto con l’ultimo presidente della Fondazione, Gennarino Masi e il giornalista Franco Laratta, collegato da remoto. Davanti ai cancelli della struttura, l’inviata Cristina Iannuzzi che tracciato il quadro generale della situazione “spillando” allo stesso Masi importanti dichiarazioni sul percorso seguito durante il suo mandato e sulle potenzialità future.
Un dato spicca su tutti: per attivare le strumentazioni tecnologiche avanzate servirebbero competenze che, all’interno, al momento non ci sono: si procede in regime ordinario al punto che il ministero dell’Istruzione starebbe pianificando le attività necessarie a ottenere il recupero dei finanziamenti a suo tempo erogati. Un tema assai delicato e che fa capo alla Regione Calabria che ha conferito alla dirigente Maria Antonella Cauteruccio il compito di valutare, tra le varie cose se la Fondazione sia «in grado di portare a termine i compiti statutari».
Un passaggio chiave, che si traduce nell’esigenza di verifica che la Fondazione abbia motivo di continuare a vivere o meno. E proprio attorno a questo tema si è sviluppato in confronto in diretta, con una conclusione assai convergente: mantenendo lo stato dell’arte diverrebbe difficile giustificare una spesa di circa 1 milione e 600mila euro annui per attività ordinarie ma, altresì, con una serie di correttivi e implementazioni anche di competenze specifiche l’ente potrebbe diventare un vero fiore all’occhiello capace di sostenere gli sforzi nel campo della ricerca e dello sviluppo in un comparto che rappresenta una voce considerevole del Pil regionale. Un dilemma sul quale soltanto la Regione, al termine del lavoro affidato ormai da un anno alla dirigente Cauteruccio, potrà fare chiarezza.
Puoi rivedere la puntata odierna di Dentro la Notizia su LaC Play