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«La mia candidatura al Parlamento con il Pd? Non c’è un accordo specifico, ma c’è una legge elettorale che, per come è stata elaborata, non fa altro che suggerire alle forze politiche di accompagnarsi con chi ha i voti».
E a Flora Sculco i voti non mancano di certo, a considerare le 9.320 preferenze racimolate alle elezioni calabresi del 2014. La consigliera regionale mette da parte ogni cautela e rivendica con orgoglio la propria forza elettorale, confermando senza equivoci che dietro il riavvicinamento al presidente della Regione Mario Oliverio c’è (anche) la sua ambizione di raggiungere uno scranno parlamentare. Una marcia di avvicinamento, quella verso la ribalta nazionale, che ha iniziato da tempo insieme al padre, Enzo, fuori dai giochi dopo la condanna definitiva nel 2011 per concussione, ma ancora saldo punto di riferimento della politica crotonese.
A sancire ufficialmente l’intesa con Oliverio è stata la manifestazione Cantiere Crotone, che l’altro giorno ha acceso i riflettori sulla città e sull’enorme mole di finanziamenti regionali in arrivo. In totale 181 milioni di euro che dovrebbero incidere in maniera determinante sullo sviluppo dell’area archeologica (61,7 milioni di euro per il progetto Antica Kroton), del porto (10,5 milioni di euro), dell’aeroporto (3 milioni di euro), dello stadio (1,5 milioni di euro), del teatro comunale (4 milioni di euro), del lungomare (3 milioni di euro), delle reti idriche e fognarie (3,6 milioni di euro), più una serie di interventi in materia di bonifica ambientale (30 milioni di euro) e di ammodernamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie previsti nel piano generale della Regione.
«Soldi veri - precisa Sculco - non vaghe promesse. Ci sono già i disciplinari di convenzione e i decreti che assicurano l’accreditamento delle risorse al Comune entro brevissimo tempo, con la possibilità di iniziare subito i lavori».
Un risultato che per Sculco dimostra «l’efficacia della sinergia tra le istituzioni».
Tra i risultati concreti già conseguiti, annovera in particolare la sottoscrizione dell’accordo per l’Antica Kroton, l’ambizioso progetto di scavi e di valorizzazione archeologica da quasi 62 milioni di euro che consentirebbe finalmente di portare alla luce le vestigia del millenario insediamento greco. Nonostante se ne parli da più di vent’anni, la consigliera regionale è sicura che questa sia la volta buona. Unica nota stonata della vigilia sono state le riserve del ministero dei Beni culturali, che all’ultimo momento ha fatto sapere di aver bisogno di ulteriore tempo per approfondire i termini dell’intesa. Un po’ di sabbia nell’ingranaggio che secondo Sculco è stata lanciata dal sottosegretario del Mibact, Dorina Bianchi, con la quale da tempo non scorre buon sangue.
«C’è sicuramente il suo zampino dietro questo intoppo formale - continua -, che non ci ha impedito però di sottoscrivere l’intesa con Oliverio, perché le risorse stanziate sono della Regione, non del ministero. Ipotizzare uno stop al progetto è dunque impossibile, anche perché non avrebbe alcuna giustificazione e risulterebbe incomprensibile all’opinione pubblica. D’altronde, il protocollo d’intesa era stato redatto con la collaborazione dei funzionai ministeriali. Cosa possa essere successo nelle 24 ore prima della firma bisogna chiederlo al sottosegretario Bianchi. Ma credo che neanche lo abbia mai letto l’accordo, sono certa infatti che non ne conosca neppure i contenuti. Probabilmente vuole solo accaparrarsi meriti che non ha, ma non ha la possibilità di fermare il progetto».
Parole esplicite, che riportano l’attenzione sull’intreccio tra aspetti operativi e ambizioni politiche che Cantiere Crotone esprime.
«Con il presidente Oliverio siamo entrati nel merito delle questioni - rimarca -. La Regione deve sostenere lo sviluppo di Crotone. Questo è stato il punto di partenza del nostro confronto. L’impegno verso questo territorio, d’altra parte, può rappresentare una svolta per il governo regionale, che attraverso gli interventi finanziati e promossi a Crotone può dimostrare che non è fermo. E la Regione ha bisogno di attestare questo, perché finora il giudizio dei cittadini sugli ultimi tre anni non mi sembra che sia molto positivo. Il riscatto della Regione, insomma, può partire da qui».
Infine, torna sulla sua ventilata candidatura alle prossime politiche tra le fila del Pd, escludendo un accordo esplicito in questo senso e sottolineando soltanto un’inevitabile somma di circostanze: una legge che premia chi è radicato sul territorio e l’indiscutibile forza elettorale della famiglia Sculco.
«Come unico consigliere regionale eletto su questo territorio – conclude – è scontato pensare a me come una possibile candidata».
Enrico De Girolamo