La cittadina della Sibaritide pronta a vivere una fase amministrativa rivoluzionaria. Esce sconfitto dal confronto elettorale il generale Graziano
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È Flavio Stasi il primo sindaco di Corigliano-Rossano, con oltre il 72,56% dei voti. La sua è stata una vittoria che non ha disatteso i pronostici del pre-ballottaggio. È riuscito ad avere la meglio su Giuseppe Graziano (che si è fermato al 27,44%), un competitor duro, ostico al quale va sicuramente l’onore delle armi in una campagna elettorale dove il generale, padre fondatore della fusione, ha fatto molto leva sui programmi.
Per Stasi si è mosso il popolo
Per Stasi, però, si è mosso il popolo della nuova terza città della Calabria che sull’onda dell’entusiasmo e della novità ha voluto per davvero cambiare aria. La Neapolis della Sibaritide, infatti, non solo si approccia da oggi in poi a vivere una fase amministrativa rivoluzionaria ma ha voluto affidare il suo destino ad un giovane virgulto, figlio della sua terra, che è cresciuto a pane, politica e amore viscerale per questo angolo di Calabria.
Il vento della protesta ha spirato forte anche questa volta
Certo, però, la vittoria di Stasi non nasce dal nulla. Già, perché se da un lato in ottica di governo rappresenta una novità, dall’altro fronte, quello della battaglia politica, si può dire che il buon Flavio è sicuramente un veterano. E probabilmente sta tutta qui la chiave di lettura della sua vittoria, del suo aver saputo scardinare i classici stereotipi delle appartenenze partitiche che per quasi un trentennio hanno dominato la scena amministrativa degli estinti comuni di Corigliano calabro e Rossano.
E se si analizza la genesi per cui la fusione di queste due grandi realtà dell’Alto Jonio calabrese si è concretizzata, probabilmente la vittoria di Flavio Stasi trova una lettura quasi scontata. La volontà di unire queste due città, diverse tra loro, è nata anche come forme di riscatto a quel continuo e persistente scippo di diritti e servizi che si è perpetrato negli ultimi anni. A partire dalla clamorosa chiusura del tribunale di Rossano per finire alla tante promesse disattese sul rilancio della mobilità ionica, all’affanno quotidiano del sistema sanitario. Per non parlare, poi, delle tante emergenze. Flavio Stasi è stato colui che con l’ardore della sua gioventù ha incarnato questo spirito combattivo e rivoluzionario. E le urne, la gente lo hanno premiato per questo
Stasi: una vita tra le trincee delle piazze
36anni, e una vita nella trincea delle piazze a difesa dei diritti e contro gli scippi perpetrati a danno della sua terra. È Flavio Stasi, movimentista e ambientalista con una storia politica che affonda le sue radici nella sinistra radicale, laureato in ingegneria informatica all’Università della Calabria, ed oggi impegnato a tempo pieno nella grande vertenza Sibaritide. Ci sono tre grandi battaglie sociali che hanno impresso il suo nome nella mente dei cittadini di Corigliano-Rossano. La prima, senza dubbio, - come dicevamo - è stata quella contro la soppressione del tribunale. Che nell’estate 2013, al culmine di numerose azioni di protesta, lo portò anche ad avviare lo sciopero della fame. È stato poi promotore della lotta contro le discariche di Bucita e di Scala Coeli. Sue anche le battaglie contro il depotenziamento delle tratte ferroviarie e per la chiusura degli ospedali del territorio. Una serie di controversie che nel 2016 lo spinsero ad entrare nella politica attiva, partecipando alla competizione elettorale per le amministrative del Comune di Rossano come candidato a sindaco di una coalizione di sinistra che ottenne 3851 preferenze, consentendogli così di entrare in consiglio comunale.
La nuova città sarà un “gioco da ragazzi”?
Dopo un anno e tre mesi di commissariamento, dunque, la nuova Corigliano-Rossano, ha finalmente il suo ha il suo Sindaco. Una realtà, la terza città della Calabria, di oltre 80mila abitanti al centro di un contesto territoriale, quello dell’alto Jonio calabrese e della Sibaritide, che conta un’utenza di quasi 250mila persone e con esse tante grandi questioni irrisolte ma anche tanti punti di forza su cui far leva per ridare respiro all’economia di un’area che produce quasi il 50% dell’intero Pil della Calabria. Speriamo, solo, che tutto questo sia un gioco da ragazzi.