Scoppia il caso sulla sfiducia a Pecoraro: una delle sottoscrizioni non è autorizzata. Se ne occuperà la Commissione di garanzia. I tre transfughi chiedono un assessorato per Locanto: Irto non gradisce
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Gli echi dell’instabilità del Partito Democratico di Cosenza si fanno sentire anche a Palazzo dei Bruzi, dove Franz Caruso nelle prossime settimane darà vita al rimpasto di giunta. Il sindaco procede ormai da mesi nella sua azione amministrativa senza un vice e un assessore al Bilancio dopo gli addii di Maria Pia Funaro e Francesco Giordano.
La vicenda, però, si intreccia inevitabilmente con quanto sta accadendo in queste ore tra i democrat bruzi, dove la tensione è tornata alle stelle. Giovedì scorso si è tenuta una riunione del circolo cittadino dove, pur sempre nel recinto della correttezza, le varie anime non se le sono mandate a dire. In più, allargando il campo alla Federazione provinciale, le aree che fanno capo a Franco Iacucci, Domenico Bevacqua e Antonio Tursi proveranno a sfiduciare il segretario Vittorio Pecoraro che oggi può contare sul supporto dell’asse Adamo-Guccione.
Tutti contro tutti | Il Pd cosentino sempre più ingovernabile: dopo il caso Pecoraro a gettare benzina sul fuoco sono le elezioni provinciali
La firma apocrifa sulla sfiducia al segretario Pecoraro
A riguardo, però, è scoppiato il caso di una presunta firma non autorizzata apposta in calce alla richiesta di convocazione dell’assemblea (non ancora indetta) per la sfiducia. A denunciare il fatto è stato Lorenzo Principe con una mail indirizzata alla presidenza del partito. Sulla base di questa segnalazione, è stata inviata un’informativa alla commissione di garanzia regionale e provinciale. Nei giorni scorsi ha avuto dei colloqui verbali con Pecoraro e lo ha messo al corrente di quanto aveva captato.
Da qui l’invio del messaggio di posta elettronica, in cui il diretto interessato scrive che non ha prestato «il consenso ad una simile iniziativa» e che non ha apposto la firma «su nessun documento, non essendomi fra l’altro mai stato sottoposto all’attenzione alcun testo da sottoscrivere». «La presenza dunque della mia firma - ha chiuso Principe nella sua comunicazione - è da considerarsi apocrifa e non autentica, dunque prima di qualsiasi valore».
I consiglieri comunali in fuga dal Pd rischiano provvedimenti disciplinari
In questo contesto estremamente agitato, si inserisce la posizione di tre consiglieri comunali che si sono staccati dal gruppo del Pd rendendosi indipendenti, pur annunciando di voler mantenerne la tessera. Hanno dato vita Democrazia e Partecipazione e manifestato subito le loro intenzioni al primo cittadino. A Caruso, infatti, Francesco Graziadio, Aldo Trecroci e Gianfranco Tinto hanno chiesto di valutare la figura di Maria Locanto per il rimpasto di giunta. La mossa è tesa a scardinare gli attuali equilibri perché si tratta della presidente della Federazione rimasta fedele al capogruppo democrat al Senato Francesco Boccia, nonché uomo di fiducia di Elly Schlein.
Lo strappo | Palazzo dei Bruzi, il Pd perde pezzi. «Le decisioni del partito? Non le prendono i vertici ma Adamo, Bruno Bossio e Guccione»
Ambienti interni parlano di un azzardo vero e proprio, per nulla gradito pare neppure a Nicola Irto. Non sono esclusi, infatti, provvedimenti disciplinari in Commissione di garanzia per i tre consiglieri che hanno lasciato, ma solo nell’assise bruzia, le insegne dei democrat. Ma c’è anche chi confidenzialmente non nega eventuali segnalazioni nei confronti di Locanto stessa qualora dovesse “accettare la candidatura”. Interrogata sulla cosa, la diretta interessata ha preferito non commentare.
Franz Caruso alle prese con il rimpasto
Fatto sta che il ragionamento di Graziadio, Trecroci e Tinto è sì una forte provazione politica, ma ha basi numeriche. I socialisti in Consiglio detengono l’importante delega all’Urbanistica e vantano solo tre pedine tra gli scranni della maggioranza, esattamente quante ne ha il neonato gruppo Democrazia e Partecipazione. Il fatto che il Psi sia una forza partitica è ritenuto irrilevante al netto delle loro argomentazioni, così come hanno fatto presente che, oltre a rimodulare le commissioni, non si può non tener conto che il gruppo Pd (sceso a cinque componenti) goda già dell’assessore ai Lavori Pubblici (Damiano Covelli) e del presidente (Giuseppe Mazzuca).
Il punto interrogativo riguarda anche il metodo che Franz Caruso deciderà di seguire per ricomporre la giunta. Il nome del capogruppo del Pd Francesco Alimena resta caldo secondo il criterio, utilizzato a novembre 2021, di premiare i più eletti. Prima che l’allora commissario democrat Francesco Boccia indicasse Maria Pia Funaro quale vice, lo schema iniziale prevedeva però tre posti da destinare al Partito Democratico al netto della vigorosa affermazione alle urne. A Cosenza la matematica potrebbe però diventare un’opinione.