Il 21 maggio i due consiglieri regionali eletti alla Camera avevano annunciato che si sarebbero dimessi in poche ore. Invece ci sono voluti altri 17 giorni perché la deputata di Fratelli d'Italia rompesse gli indugi. Ora tocca all'esponente di FI che ha tempo fino a sabato prima di decadere automaticamente
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Tre mesi e qualche giorno. Questo è il tempo che Wanda Ferro e Francesco Cannizzaro hanno impiegato per decidere cosa fare del loro futuro. Eletti in Parlamento alle elezioni dello scorso 4 marzo, avrebbero potuto dimettersi anche il giorno dopo e lasciare spazio ai primi dei non eletti per dare piena operatività e agibilità democratica al Consiglio regionale.
E, invece, hanno reso necessario che si riunisse la giunta delle elezioni di palazzo Campanella per avviare l’iter burocratico necessario per arrivare alla dichiarazione della incompatibilità tra la carica di consigliere e quella di parlamentare, per come previsto dalla legge. La decisione della giunta delle elezioni è stata ratificata dal Consiglio regionale lo scorso 21 maggio. In quell’occasione Francesco Cannizzaro, presente, ha salutato colleghi e cittadini annunciando che “nelle prossime ore” avrebbe depositato le proprie dimissioni. E giustificando la sua permanenza in carica con lo stato di incertezza nazionale che avrebbe potuto portare a elezioni anticipate. Senza una poltrona, insomma, è impossibile resistere.
Wanda Ferro, non presente, aveva scelto Fausto Orsomarso, collega di partito in Fratelli d’Italia, per comunicare la stessa intenzione: presto saranno depositate le dimissioni.
Le ore poi si sono trasformate in giorni: ben 17. Tanto ci è voluto perché, con il governo Conte in carica da diverso tempo, Wanda Ferro decidesse di comunicare con una lettera al presidente Irto la propria intenzione di “optare” per la carica di parlamentare. Non delle vere e proprie dimissioni. Del resto l'8 giugno scade sarebbe scaduto il termine previsto dalla legge per la facoltà della scelta della Ferro che sarebbe decaduta automaticamente, anche senza opzione. Il destino che, con tutta probabilità, toccherà a Francesco Cannizzaro, che ancora non ha comunicato niente a palazzo Campanella. Il termine per lui è previsto per sabato 9 giugno, in quanto il messo notificatore ha avuto qualche difficoltà in più a reperirlo.
Una scelta assai discutibile, quella di Wanda Ferro e Francesco Cannizzaro, che per molti è stata soltanto frutto della volontà di voler tenere in piedi le proprie strutture per tutto il tempo possibile. Ma che è divenuta una vera e propria presa in giro per i calabresi nel momento in cui in Aula entrambi hanno sentito il dovere di annunciare le proprie dimissioni “nelle prossime ore”. Dimenticando di specificare che sarebbero state ben 408.
Il prossimo Consiglio regionale, che dovrebbe riunirsi a metà giugno, sarà dunque quello delle surroghe. Giuseppe Pedà entrerà al posto di Cannizzaro, mentre Giuseppe Mangialavori farà il suo ingresso al posto della Ferro. Mangialavori è senatore, però, e verrebbe a trovarsi in una situazione di incompatibilità. C’è da augurarsi che, almeno lui, proceda a dimissioni celeri. Altrimenti il povero Claudio Parente sarà costretto ad aspettare altri tre mesi in panchina.