Ferrara (M5s) a Di Maio: «Rousseau un alibi, hai paura di perdere»

L’europarlamentare calabrese lo invita ad assumersi le sue responsabilità, così come aveva già fatto dopo la batosta subita dal M5s alle Europee. Il capo politico: «Gli uomini soli al comando poi scoppiano»

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di E. D. G.
21 novembre 2019
15:22
Laura Ferrara e Luigi Di Maio
Laura Ferrara e Luigi Di Maio

«Di Maio fa lo scaricabarile. Con chi vogliamo prendercela stavolta? Col Pd? Con la Lega? O magari con i poteri forti?». L’europarlamentare calabrese dei 5s, Laura Ferrara, non le manda a dire e attacca frontalmente il capo politico del Movimento e critica la decisione di affidare a una consultazione online l’ultima parola sulla partecipazione o meno del Movimento alle regionali in Calabria. Non è la prima volta che Ferrara stigmatizza il ricorso alla piattaforma Rousseau, puntando sempre al bersaglio grosso. Accadde anche in occasione della votazione organizzata a nel maggio scorso, quando Di Maio affidò la sua sorte politica agli iscritti, dopo la batosta presa alle Europee. Anche allora Ferrara andò giù duro, con parole che sembravano un invito alle dimissioni: «Assumiti le tue responsabilità», disse.

 


Non cambia il tono oggi, nelle ore in cui si sta già votando sul nuovo quesito.
«La votazione indetta ieri sera per stamattina lascia un amaro, un disorientamento e una rabbia indescrivibili – afferma Ferrara -. A un mese dalla presentazione delle liste il M5s discute ancora se presentarsi o meno. Un movimento che è forza di governo, che in Calabria ha anni di lavoro sul territorio, di proposte, denunce e dura opposizione, che ha espresso 17 rappresentanti tra deputati e senatori in Parlamento, 1 europarlamentare e diversi consiglieri comunali, oggi si ritrova all’anno zero».
Poi il nuovo, più o meno velato, invito a farsi da parte: «Ecco, forse varrebbe la pena cominciare a riflettere su chi ricadono le responsabilità. Quando si assume un incarico dato dai cittadini nel rappresentarli nelle istituzioni, bisogna farlo con serietà, competenza e umiltà. Non si fanno esperimenti, non si fanno tentativi a seconda dei sondaggi. Si prendono delle decisioni, dopo aver discusso collegialmente, e si deve esser pronti ad assumersene le responsabilità».

 

Ferrara, poi, stigmatizza il tentativo di orientare il voto sulla piattaforma. «Non sono contraria alla votazione in sé e per sé – afferma -, ma mi chiedo che senso abbia lasciare formalmente la decisione agli iscritti dopo aver fatto circolare una nota stampa la sera prima in cui il capo politico, dopo essersi confrontato con altri “big”, afferma che è meglio non presentarsi. La domanda è chiaramente retorica e lo scaricabarile emerge con forza violenta». Secondo l’europarlamentare, quello di Di Maio è un tentativo di cadere comunque in piedi: «Se l’esito della votazione sarà quello di non presentarsi, si dirà che la decisione l’hanno presa gli iscritti; se l’esito sarà quello di presentarsi, potrà sempre dire –in caso di risultato insoddisfacente - “io l’avevo detto, però gli iscritti hanno deciso…”».

 

Una cosa è certa, aggiunge, «comunque vada un risultato è già stato raggiunto: minare la credibilità e la forza del M5s in Calabria». «Mi metto nei panni di un cittadino calabrese – conclude - che da qui a breve dovrà votare per eleggere chi governerà il proprio territorio: può affidarsi a chi non sa se presentarsi per il timore di perdere?».
Dal canto suo, Di Maio tenta la carta dell’autocommiserazione e rispondendo a una domanda durante la trasmissione di La7, l’Aria che tira, ha detto: «Gli uomini soli al comando diventano dei palloni che poi scoppiano. Io credo che le decisioni importanti vanno prese con gli iscritti».

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