Vibranti proteste di tutte le forze politiche. Mangialavori: «Intervenga l'Ordine dei giornalisti». Minasi: «Parole inaccettabili»
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Politica calabrese scatenata contro Vittorio Feltri. Il direttore di Libero, durante l'ultima puntata della trasmissione di Rete 4 Fuori dal coro, aveva commentato le critiche del governatore campano De Luca contro la gestione dell'emergenza in Lombardia dichiarando che i meridionali «sono inferiori».
Mangialavori: intervenga Ordine
«Le parole di Vittorio Feltri contro i meridionali sono vergognose e inaccettabili. Chieda immediatamente scusa. Quanto all'Ordine dei giornalisti, mi auguro che voglia al più presto avviare un procedimento disciplinare – l'ennesimo – nei confronti di uno pseudo giornalista che ogni giorno fa di tutto per screditare l'intera categoria cui appartiene». Lo sostiene il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori.
«Francamente – aggiunge il parlamentare azzurro –, la misura è colma. Non è più possibile tollerare le sparate di un professionista dell'odio che ormai non prova neppure più a nascondere le sue pulsioni razziste nei confronti dei cittadini del Meridione. È riprovevole, inoltre, il fatto che a fronte delle continue affermazioni discriminatorie di Feltri, quest'ultimo continui a essere ospitato nelle trasmissioni televisive più importanti del nostro Paese».
«A questo proposito – conclude Mangialavori –, è inoltre opportuno sottolineare la palese inadeguatezza del conduttore di Fuori dal coro, Mario Giordano, che in seguito alle dichiarazioni razziste di Feltri non ha chiesto scusa ai telespettatori ma si è solo preoccupato per la possibile perdita di share. È un atteggiamento da censurare con forza e sarebbe opportuno che Giordano chiedesse scusa. Mi auguro che, pure in questo caso, l'Ordine dei giornalisti voglia intervenire. Faccio inoltre un appello ai vertici di Mediaset, affinché valutino l'opportunità di continuare a mantenerlo alla conduzione di una trasmissione che si rivolge a milioni di italiani, meridionali compresi».
Minasi: inaccettabile
«Quanto dichiarato da Vittorio Feltri (pur offendendo più lui, perché lo qualifica, che i meridionali) – spiega la consigliera regionale della Lega Tilde Minasi – non è accettabile. Nessuno vuole, o ha mai voluto, nascondere i problemi che affliggono i nostri territori, così come siamo abituati, ahinoi, alle esternazioni, diciamo pure colorite ed ingiustificabili, di Feltri: l’ultima asserzione del giornalista, però, travalica persino la sua nota predisposizione al giudizio verso la gente del Sud. E non possiamo più far finta che certe frasi siano frutto del caso e, così come le offese, non è accettabile neppure la difesa che lo stesso Feltri ha affidato ai suoi canali social dicendo che il concetto di inferiorità dei meridionali manifestato in un noto programma televisivo fosse riferito all’ambito economico. La toppa peggio del buco».
«Forse al di là del comprensibile sdegno che accompagna noi tutti dopo l’accaduto – continua –, sarebbe opportuno ricordare a Feltri, quando parla di inferiorità, sia essa sociale che economica, o peggio, di appartenenza, tanti passaggi che dovremmo aspettarci lui conosca, ma che forse ha dimenticato. Ad esempio che il nome Italia è nato in epoca greca da una popolazione che abitava nelle zone di Catanzaro; che nella Magna Grecia si concentrarono filosofia e civiltà; potremmo nominargli Pitagora e, saltando tra i secoli, una lunga serie di letterari, scienziati, artisti, patrioti. Potremmo ricordargli che tante eccellenze meridionali hanno vissuto e vivono nel settentrione, rendendolo grande e produttivo, così come si trovano in ogni parte del mondo distinguendosi. Ma preferiamo non farlo, perché riteniamo che tutto ciò che appartiene alla gloriosa storia del Sud, appartenga di diritto alla storia del nostro Paese, e lo abbia reso ciò che le narrazioni hanno raccontato e ciò che, ovunque, gli viene riconosciuto».
«Accantonando la vicenda Feltri, visto che purtroppo non rappresenta un unicum, dobbiamo ribadire che questa visione non può e non deve continuare, in particolar modo – aggiunge la consigliera leghista – in una fase come quella che stiamo vivendo, durante la quale medici e professionisti sanitari si sono spostati in tutta Italia per sostenere i loro colleghi piegati da un sforzo incredibile, pazienti sono stati trasferiti nelle strutture pubbliche “brutte e cattive” del Meridione guarendo, volontari in ogni angolo del nostro paese hanno donato il proprio tempo ai più deboli, imprenditori hanno riconvertito le loro produzioni senza chiedersi a chi sarebbe andato il nuovo materiale realizzato ed altri, tra cui molti calabresi, hanno regalato i loro prodotti agricoli alle popolazioni più colpite con un gesto di generosità che non chiede indietro nulla».
Siclari: Feltri venga in Calabria
«Se occorre andare in missione di guerra o di pace il Sud, più di qualunque altro territorio, offre donne e uomini che per amor di patria sostengono l’Italia intera. Durante l’emergenza Covid-19, il Sud offre assistenza sanitaria sottraendosi ossigeno e posti in terapia intensiva per curare con rispetto, dedizione e fratellanza i fratelli del Nord. Quando il governo investe in crescita ed infrastrutture per il Nord, il Sud cede la propria quota economica per partecipare con amore allo sviluppo dell’Italia intera. Quando le fabbriche del nord hanno bisogno di operai, il Sud offre genitori e figli che sacrificano famiglia e affetti per creare con orgoglio il nostro Made in Italy. Quando il Nord aveva bisogno di insegnanti, la maggioranza di loro provenivano dal Sud e con coscienza, hanno riempito di cultura il Nord».
A dirlo è il senatore di Forza Italia Marco Siclari.
«Sicuramente – prosegue – non siamo stati bravi a pensare prima a noi stessi, ma per un semplice motivo, perché siamo distratti dalla nostra ricchezza: l’altruismo, la solidarietà, la determinazione, l’orgoglio, la dignità, il rispetto, l’amor di patria, la fratellanza che abbiamo messo al servizio dell’Italia intera rendendola straordinariamente bella e unica. Vittorio Feltri e Mario Giordano noi siamo felici di essere ricchi in questo modo, adesso venite in Calabria a conoscere coloro che hanno portato l’Italia a diventare il bel Paese che è».
Ferro: «Dichiarazioni stupide»
«Le considerazioni di Vittorio Feltri sulla presunta inferiorità dei meridionali non meritano commento, tanto sono stupide e deliranti, così come le farneticazioni secondo cui qualcuno avrebbe gioito per l’ecatombe causata dal coronavirus in Lombardia. Non è neppure il caso di ribadire quante siano le eccellenze calabresi – e meridionali - nei più svariati campi delle professioni, della cultura, delle arti, della ricerca, del giornalismo: non abbiamo complessi di inferiorità che ci spingono a rivendicare il riconoscimento del nostro valore».
È quanto afferma la deputata di Fratelli d'Italia Wanda Ferro, che prosegue: «Meritano invece una replica, anche perché rappresentano una narrazione molto diffusa, le considerazioni secondo le quali i meridionali scelgono di curarsi nelle strutture sanitarie del Nord perché più “rassicuranti”, come dice Feltri, o comunque più valide o efficienti. Questo è solo un racconto parziale della realtà, perché è vero che molti pazienti calabresi, ad esempio, sono costretti a rivolgersi alle strutture del nord per farsi curare, ma questo non avviene certo per la mancanza di medici di grande competenza e professionalità – sanno tutti che moltissimi dei luminari che guidano le strutture di eccellenza del nord sono meridionali – o per la situazione disastrata di alcune strutture sanitarie depredate dalle inefficienze, dal malaffare e dalla ‘ndrangheta, che continuano ad arricchire giustamente i reportage televisivi. Ma anche quella è solo una parte della realtà, perché in Calabria ci sono tantissime strutture d’eccellenza, nella sanità pubblica e in quella privata, con dotazioni strutturali efficienti, a volte all’avanguardia, e che soprattutto possono contare su risorse professionali di straordinario valore».
La guarigione dal Coronavirus di due pazienti lombardi curati a Catanzaro – aggiunge Ferro – è stato un momento emozionante, ma in fondo solo una delle infinite pagine di buona sanità che i medici e gli operatori sanitari che hanno scelto di restare in Calabria continuano a scrivere ogni giorno, anche operando in condizioni difficili. Il vero problema è proprio il circolo vizioso dell’emigrazione sanitaria, che sottrae al Sud risorse che potrebbero essere investite nel potenziamento delle strutture, e che invece continua a ingrossare i bilanci delle regioni del Nord con risorse che vengono così investite nei sistemi sanitari che continueranno così a richiamare pazienti meridionali e così via. Il bisogno di salute del Sud, quindi, è usato come un bancomat dalle regioni settentrionali, che per decenni hanno costruito e retto i propri sistemi di eccellenza proprio sulla mobilità sanitaria interregionale. Che la sanità meridionale non sia capace di dare cure di elevato livello è un falso storico, un racconto che serve proprio ad alimentare il sentimento di sfiducia nei cittadini, che si trasforma in un fiume di risorse che in maniera ormai strutturale passa da Sud a Nord, depauperando i sistemi sanitari delle regioni meridionali per consentire a quelli settentrionali di dotarsi delle strutture a cinque stelle di cui parla Feltri».
«È giusto raccontare – conclude – il marcio che si annida in tanti gangli della sanità meridionale, ma è giusto dire che quella è solo una parte del racconto, e non può essere il pretesto per sfuggire alla responsabilità dei governi nazionali dopo anni di tagli alle risorse e commissariamenti che non hanno raggiunto l’obiettivo di migliorare i livelli di assistenza, e soprattutto per sottrarsi al dovere di destinare al Sud gli stessi investimenti che vengono da sempre indirizzati, copiosi, al Nord. Per fare della sanità meridionale una realtà “rassicurante” e spezzare finalmente la catena della migrazione sanitaria».