VIDEO | Previsto per oggi il vertice tra Conferenza delle Regioni ed esecutivo. Santelli e gli altri presidenti chiedono di anticipare le riaperture al 18 maggio. Il ministro Boccia disponibile, ma avverte: «Ordinanze rimodulate sulle nuove misure». Intanto filtrano le nuove regole per gli esercizi commerciali
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C'è, e non poteva essere altrimenti, anche Jole Santelli nel pattuglione di presidenti di Regione di centrodestra che ieri hanno chiesto e ottenuto un incontro al governo, previsto per questo pomeriggio, per dare definitivamente sbocco alla Fase 2 e, nello specifico, per avviare le procedure sulle riaperture differenziate a partire dal 18 maggio.
I 10 capi regionali e il presidente della Provincia autonoma di Trento vanno annoverati tra gli “aperturisti” senza se e senza ma, convinti della necessità di rimettere in moto le attività con largo anticipo rispetto alla data dell'1 giugno.
Ieri, infatti, il messaggio è stato chiaro: subito le linee guida Inail (entro mercoledì) e riaperture tra una settimana, altrimenti «agiremo in autonomia».
Il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini è convinto che dal vertice «verremo fuori con una soluzione», ma il clima è più teso che mai.
L'aut aut al governo
Quello dei governatori di centrodestra è un aut aut in piena regola: «L'esecutivo acceleri oppure facciamo da soli», questo più o meno il senso del messaggio recapitato a Conte.
Accanto al premier, nell'incontro di oggi, ci saranno i ministri della Salute e per gli Affari regionali Speranza e Boccia. Quest'ultimo, dopo aver ribadito la sua disponibilità alle riaperture differenziate («è utile già discutere con le Regioni le modalità di apertura o restrizione delle attività legate all'andamento dell'epidemia secondo il monitoraggio avviato dal ministro della Salute»), ha però chiarito che non saranno tollerati altri strappi o fughe in avanti da parte dei governatori. E dunque le ordinanze regionali sulla ripartenza emesse prima delle nuove misure «dovranno essere riformulate» sulla base delle linee guida nazionali elaborate dal comitato scientifico su proposta dell'Inail.
L'eco dello scontro politico e giudiziario con Santelli non si è insomma ancora spento e il governo intende continuare lungo la via della fermezza per non farsi scavalcare dai tanti governatori – anche di centrosinistra, come Emiliano – che mordono il freno e chiedono più autonomia per gestire la fine del lockdown.
Santelli difende l'ordinanza
Santelli, dal canto suo, anche ieri, ospite di diverse trasmissioni televisive, è tornata a difendere l'ordinanza, bocciata dal Tar della Calabria, che consentiva il servizio all'aperto per bar e ristoranti: «La nostra è comunque una vittoria politica perché abbiamo sottolineato le ragioni del Sud. L'errore è stato scambiare una misura territoriale per una sfida al governo».
Di tutt'altro avviso il leader di “Io resto in Calabria” Pippo Callipo: «Santelli si renda conto che questa non è una partita a poker con il governo. La ripartenza va gestita con prudenza e serietà». Il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, malgrado avesse emanato una contro-ordinanza per bloccare gli effetti del provvedimento regionale, ora difende la governatrice: «È stata animata solo dalla volontà di far ripartire l'economia calabrese».
Le linee guida
Schermaglie calabresi a parte, iniziano a filtrare dettagli sulle linee guida per la riapertura delle attività commerciali, che dovrebbero essere approvate entro pochi giorni.
Come rivelato da Repubblica, il Comitato tecnico scientifico ha consegnato a Conte un documento per la rimodulazione delle misure contenitive nel settore della ristorazione.
La bozza riferisce di un «rischio di aggregazione medio-alto» e consiglia/impone regole nuove per la gestione degli spazi. In una prima fase si suggerisce di «favorire soluzioni che privilegino l'uso di spazi all'aperto».
Va comunque «definito un limite di capienza predeterminato, prevedendo uno spazio non inferiore a 4 metri quadro per ciascun cliente». Quanto alla distanza tra i commensali, dovrebbe essere superiore al metro e inferiore a due; quella tra tavoli, invece, si aggirerà intorno ai 4 metri. È inoltre consigliata la prenotazione obbligatoria per prevenire assembramenti fuori dal locale e saranno totalmente aboliti i buffet.
Bisognerà, inoltre, rendere disponibili prodotti igienizzanti in più punti. Il personale dovrà indossare sempre mascherine chirurgiche monouso e guanti in nitrile. Si tratta di regole che dovrebbero riguardare quasi 350mila imprese e 1,2 milioni di lavoratori.
Quanto ai negozi, scrive ancora Repubblica, quelli sotto i 25 metri quadri potranno ospitare un solo cliente alla volta. Anche parrucchieri ed estetisti dovranno lavorare con prenotazione e rendere obbligatorio l'uso di guanti e mascherine per clienti e personale.
bellantoni@lactv.it