All'indomani della pronuncia della Cassazione nel processo Miramare il sindaco "parla" ai cittadini dalla sua pagina Facebook: «Ho sofferto assieme alla mia famiglia e alla città ma non mi è mai mancato il vostro sostegno»
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«Assolto. Sono stati due anni duri. Due anni in cui ho sofferto, ha sofferto la mia famiglia, ha sofferto la città. Questa assoluzione restituisce, in parte, le amarezze di questo periodo. Un periodo in cui non mi è mai, mai, mancato il vostro sostegno, il sostegno dei reggini. Adesso per la città ci dovrà essere un nuovo inizio. Insieme. Vi voglio bene, ci vediamo tra poco». Così il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà sulla sua pagina Facebook all'indomani della sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato la condanna in secondo grado nel processo "Miramare".
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Una condanna che, a causa della legge Severino, gli è costata due anni di sospensione durante i quali il Comune e la città metropolitana sono stati guidati dai due sindaci facenti funzioni, Paolo Brunetti e Carmelo Versace. L'annullamento senza rinvio deciso dalla Suprema Corte ha rimesso al suo posto Falcomatà che, adesso, ritorna in carica fino al 2025 quando dovrebbe concludersi il suo secondo mandato.
Falcomatà all'assemblea Anci
«Era doveroso venire qui: i sindaci, insieme ai miei concittadini e alla mia famiglia non mi hanno mai fatto mancare la fiducia in questi lunghi e incomprensibili due anni di sospensione. È un modo per ringraziarli e vedere questo come un nuovo inizio». Così Giuseppe Falcomatà parlando stamattina a margine dell'Assemblea nazionale dell'Anci, a Genova. «La sospensione non colpisce solo il sindaco, ma tutta la comunità che lo ha eletto - ha aggiunto - La riflessione vera che bisogna fare è consentire ai sindaci di fare i sindaci, senza che questo ingeneri la paura della firma. Avere paura è un sentimento che il sindaco non si può permettere di provare - spiega - la paura ti rallenta, ti blocca, ti rende insicuro e un sindaco non se lo può permettere perché una città che rallenta e si ferma è una città che va indietro. È importante che i sindaci abbiano la possibilità di fare il mestiere più bello del mondo e per il quale i cittadini gli hanno dato fiducia. Ho capito qual è la vera differenza tra fare il sindaco ed essere sindaco - aggiunge - Essere sindaci è qualcosa di indipendente dal portare la fascia tricolore addosso perché quella fascia, con quello che è il suo peso e la sua responsabilità, continuiamo a sentirla anche quando non la indossiamo. È n momento per me di grandissimi dubbi, ma nel quale c'è una certezza: farò il sindaco per i prossimi tre anni, ma mi sentirò sindaco per sempre».