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Giuseppe Falcomatà prova a cambiare passo. La lunga gestazione di un rimpasto infinito adesso dovrà segnare un radicale rinnovamento dell’azione di un’amministrazione che, almeno fin qui, ha deluso le aspettative iniziali. Anche per l’enormità di problemi che ha ereditato da un passato ingombrante e inquietante.
Reggio Calabria, presentata la nuova giunta targata Falcomatà
«Questa Amministrazione deve porsi un obiettivo che va oltre le scelte di indirizzo politico o di normale gestione. Dobbiamo umanizzare la politica, migliorare e rinnovare i rapporti con la città e ritornare per strada. Dobbiamo avere l’autorevolezza di decidere, ma anche l’umiltà di ascolta e di ripartire dal basso. La città non possiamo farla da soli, ma con i cittadini. Dobbiamo entrare nel cuore dei cittadini e nel cuore della città».
I primi due anni sono serviti per riprendere un cammino interrotto dopo lungo tempo. «Sono stati il completamento di un percorso di riabilitazione, come quello che fa chi ha avuto un incidente e ha subito un intervento per rimettersi in piedi. Abbiamo dovuto affrontare un lungo percorso di riabilitazione, oggi abbiamo bisogno di ritornare a correre, serve un cambio di passo per non perdere opportunità importanti come la città metropolitana, i Patti per il Sud e il rimodulato Decreto Reggio, fondamentali per ridare slancio all’economia cittadina».
Sulla vicenda legata all’assessore ai Lavori Pubblici Angela Marcianò, confermata nella delicatissima delega, ha voluto spazzare via ogni polemica. «Lasciatela lavorare» ha detto e poi ha spiegato il senso della sua affermazione. «Le Istituzioni sono persone e dietro la sigla di un assessore o di un sindaco c’è una persona e le persone solo fino a un certo punto riescono a sopportare quello che si scrive si dice introno a loro. Vuol dire avere il garbo di capire che alcune cose scritte non vere possono influire sulla serenità di una persona. Mi auguro che questa pagina di cose scritte e non vere possa essere chiusa. Angela Marcianò è un assessore del sindaco, è stata scelta da me già la prima volta, gode della massima fiducia e con lei condividiamo le scelte che non sono solo quelle relative al suo assessorato, ma anche quelle legate alla legalità e alla trasparenza. Lasciarla lavorare significa recuperare un senso di umanità. Deve farlo la politica da una parte e chi ha altre responsabilità dall’altro».
Infine la citazione, una delle più celebri, di sua padre Italo. “Siamo scalzi e senza scorta”. «La storia si ripete, è fatta di cicli. Un momento che la città rivive e in cui ha bisogno di recuperare un contatto umano con chi la rappresenta ha bisogno di essere rassicurata, dal sindaco fino all’ultimo dipendente dovremo impegnarci per recuperare umiltà e umanità per far rinascere un senso di appartenenza. Dobbiamo far rinnamorare i cittadini della propria città, dismettendo le scarpe lucide, ma rimettere quelle da tennis e consumarne le suole».
Riccardo Tripepi