Se il Governo Lega-5Stelle al pari della Regione Calabria non dovessero risolvere la questione dei lavoratori appartenenti al bacino ex LSU-LPU per molti comuni calabresi il 2019 potrebbe essere un anno epocale per disagi che ne deriverebbero dalla non copertura dei servizi. Nel solo comune di Corigliano-Rossano la macchina comunale si regge in piedi, per metà, grazie al servizio di 150 lavoratori socialmente utili e della pubblica utilità dislocati con diverse mansioni nei più disparati uffici.

In Calabria 5000 precari rischiano di rimanere a spasso

E questo è solo uno degli esempi più importanti, perché nei piccoli comuni della Valle del Trionto e del medio-basso Jonio non se la passano nemmeno bene. E i sindaci a fine anno rischiano di rimanere, come si suol dire, con i cerino in mano, con questa bomba ad orologeria che rischia di esplodere se non verrà disinnescata entro il prossimo 31 dicembre (giorno in cui scadono i contratti). Ci saranno ulteriori proroghe oppure il Governo Conte inizierà dalla Calabria l'annunciata battaglia contro il precariato? Nella nostra regione la sfida è ardua, forse la più difficile con 5mila tra padri e madri di famiglia che rischiano seriamente di rimanere a spasso.

I sindaci della Valle del Trionto fanno quadrato attorno ai lavoratori

Nel  frattempo, però, i Comuni cercano di organizzarsi e nell’area traentina il primo ad aver preso in mano la questione è stato il sindaco di Crosia, Antonio Russo, che stamani ha radunato i suoi colleghi per decidere il da farsi.

«Siamo convenuti – dichiara il sindaco Russo in una nota stampa – su una proposta unitaria che si concretizzerà nell’elaborazione di uno schema di delibera che sarà sottoposto all’attenzione di tutti i Consiglio comunali del territorio del medio-basso Jonio cosentino e della Valle del Trionto. È ovvio che la nostra proposta coinvolge e sarà avanzata anche alla vicina città di Corigliano-Rossano che, pur essendo in regime commissariale, vive in modo forte la vertenza dei precari ex LSU-LPU avendone in organico ben 150 unità».

«Deroga alle leggi vigenti e soldi ai comuni» la proposta dei Sindaci

«L’obiettivo – precisa il Sindaco di Crosia - condiviso da tutti i colleghi presenti stamani è quello di chiedere al Governo centrale, anche attraverso il supporto deciso della Regione Calabria a cui è in capo il contratto di lavoro di questi lavoratori, di mettere i Comuni calabresi nelle condizioni di deroga alle leggi e alle normative vigenti per provvedere all’assunzione di questo personale che ormai da oltre quindici anni è a servizio dei municipi. Ed, insieme a questo, - aggiunge -  anche di fornire agli Enti locali interessati le giuste risorse economiche che possano servire a ri-programmare il bilancio per questo personale ed accompagnarlo al pensionamento. È questa, in via generale, la misura deliberativa che l’assemblea dei Sindaci, riunitasi stamani, prospetterà ai Consigli comunali del territorio. Crediamo sia l’unica via possibile – conclude Russo - anche perché, diversamente, il prossimo 31 dicembre, termine di scadenza dei contratti di lavoro, i Comuni rischieranno di rimanere svuotati dell’organico e di non poter più garantire i servizi».

All’incontro, convocato dal Sindaco di Crosia nonché Assessore provinciale al Bilancio e componente del Consiglio regionale delle Autonomie locali, Antonio Russo, hanno partecipato anche i Primi cittadini di Caloveto, Umberto Mazza; di Cropalati, Luigi Lettieri; di Campana, Agostino Chiarello; di Longobucco, Giovanni Pirillo; nonché il vicesindaco di Calopezzati, Pasquale Pedace; il Segretario confederale comprensoriale Cgil, Andrea Ferrone, ed il segretario della Nidil-Cgil, Angelo Castellano.