Il presidente di Regione schiaccia sul pedale nelle ultime ore di campagna elettorale. La sfida è tutta interna al centrodestra con il duello scheda su scheda con il Carroccio. Un punto avanti, o uno sotto, cambia tutto nello scenario del giorno dopo
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Il telefono s'è messo a squillare con prepotenza nelle ultime ore. Centralini o cellulari, la sostanza non cambia. Associazioni di categoria, prime linee del fronte “controllabile” del consenso catapultate in una sorta di stress test dell'ultima settimana.
L'imperativo categorico uno e uno soltanto rimane oppure ci è diventato in corso d'opera oppure ancora si è reso necessario ribadirlo ancora: tutta la regnanza in Cittadella, sponda Forza Italia ma senza escludere altri “aiuti”, deve remare per una causa che non è comune ma che rischia di diventare unica per tutti in termini di conseguenze negative. Spingere al massimo e battere la Lega. Perché a vincere deve essere l'asse Occhiuto-Cannizzaro, in caso di successo. Dovesse mettersi male, invece, le ragioni avranno altri “genitori”.
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Lo schema del presidente di Regione e dominatore della scena mediatica azzurra di Calabria, con Cannizzaro a tessere più tele sparse in giro, questo è. Non dev'essere passata inosservata la sala dell'hotel San Francesco di Rende semivuota qualche giorno fa ad “accogliere” Giusy Princi candidata al Parlamento europeo, naturalmente accompagnata. Sedie inumanizzate che hanno lasciato il segno ed acceso la spia del potere massimo in Cittadella. Che ha iniziato a spingere a pieni giri sull'acceleratore. Perché dove non arriva e non può arrivare il piano spiagge alla calabrese, il contributo annunciato per i Comuni, il Cup unico in sanità, l'accenno di selezione per infermieri all'Unical e persino l'avvio di prova post mortem (il 12 giugno) per l'individuazione del nuovo direttore generale dell'Annunziata può e deve arrivare la “militarizzazione” dei consiglieri e degli assessori regionali. Perché la lotta s'è fatta serratissima nelle ultime ore.
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Con Fdi a far gara a sé, proiettata più a leggere virili dati nazionali che non invece un non impossibile e problematico secondo posto in Calabria, il duello con il coltello tra i denti per il partito di Occhiuto e Cannizzaro è tutto con la Lega. La Lega di Filippo Mancuso, di Simona Loizzo, di Katya Gentile, di Tilde Minasi, di Mattiani. Ma anche di Orlandino Greco oppure di schede “straniere” ma sempre presenti come quelle per Aldo Patriciello. Chi per un verso, chi per un altro. Chi di più, chi di meno. Chi per vincere, chi per non far vincere. Chi per il presente, chi per il futuro impegnati a vario titolo e non certo di squadra per portare il Carroccio di Calabria al quarto posto dietro l'asse di testa Cinquestelle-Fdi (l'ordine è invertibile) con il Pd che non dovrebbe essere insidiato nella sua splendida (ma produttiva?) solitudine subito dopo.
Come fosse una lotta all'ultima giornata per l'ultimo posto Champions disponibile, il duello tra Forza Italia e Lega in Calabria.
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Per il potere da spendere su scala nazionale, Occhiuto. Per una corsa interna su chi deve comandare e con quali prospettive di potere la partita della Lega che però, mai di squadra, vedrà inevitabilmente crescere l'adrenalina da consenso.
L'incrocio è tutto qui, per le Europee di Calabria. Un punto sopra, o sotto, e persino anche un solo decimale può fare la differenza. Il quarto brinderà, il quinto proverà solo a scaricare colpe della sconfitta. Non nascondibile però. A maggior ragione se dovesse essere il partito che governa la Regione, inevitabilmente chiamato ad uno sforzo maggiore e per svariate ragioni. Non ultima, la storica leadership di Forza Italia al Sud piuttosto che al Nord. È qui che Tajani si aspetta il bottino maggiore ed anche in questo senso Occhiuto è in qualche modo costretto a far meglio degli azzurri di Basilicata, Sicilia, Campania. Riuscirci, con la Lega tenuta sotto, vorrà dire solo scegliere del proprio destino a medio termine. Andranno via due ministri dal governo Meloni, la sceneggiatura è già scritta. Non riuscirci, al contrario, rende più leggibile l'Occhiuto delle ultime ore. Ci sto ripensando, il suo verbo. Potrei ricandidarmi. Della serie, se qualcuno proprio non mi vuole bene e tifa contro di me, sappia che potrei non restare poco da queste parti...