Nelle scorse settimane si sono fatti con insistenza i nomi di Roberto Occhiuto e di Gianluca Gallo: entrambi sembrano non essere interessati a scendere in campo personalmente. Ma agli azzurri serve un risultato importante
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Dalle elezioni europee del 2019 sembra essere passato un secolo! Lo scenario politico nazionale e internazionale era completamente diverso. Si votò il 26 maggio e la Lega di Matteo Salvini risultò il primo partito con il 34,26% dei voti e 29 eletti. Alle spalle del simbolo contenente l'immagine del leggendario Alberto da Giussano, il Pd con il 22,74% e 19 seggi. A seguire il Movimento 5Stelle (17,06% e 14 eletti), Forza Italia (8,78% e 7 seggi), Fratelli d'Italia con appena il 6,44% e solo sei eletti. È cambiato tutto, radicalmente. Le posizioni tra Lega e Fratelli d'Italia sono di fatto invertite, con il partito di Giorgia Meloni, che peraltro siede sulla poltrona di Presidente del Consiglio, dato dagli ultimi sondaggi al 29% circa, mentre Salvini e i suoi viaggerebbero attorno al 9% contendendosi con Forza Italia il quarto posto tra le compagini più votate. In condizione di maggiore debolezza il Pd che viene dato dai sondaggi poco sotto il 20%.
Che cosa accadde in Calabria dove si registrò un'affluenza del 43,99% degli aventi diritto? Primo partito il M5Stelle con il 26,69%, al secondo la Lega con il 22,61, poi il Pd con il 18,25, Forza Italia con il 13,32 e Fratelli d'Italia con il 10,26. Risultati, quelli delle europee 2019 in Calabria, non in linea esattamente con il dato nazionale, in quanto il consenso popolare si indirizzò prevalentemente nei confronti del movimento di Conte, mentre Lega e Pd rimasero al di sotto della media nazionale. In controtendenza Forza Italia, con un ragguardevole 13,32% a fronte dell'8,78 conseguito in tutto il Paese.
Può essere utile confrontare il risultato delle europee 2019 in Calabria con quello delle recenti politiche datate 25 settembre 2022. Più consistente il numero dei votanti. Alla Camera il primo partito è risultato Fdi, con il 18,98%, quasi 9 punti percentuali in più rispetto alle europee. A seguire Forza Italia, con il 15,64% e un miglioramento di quasi 2,5 punti sempre in riferimento a tre anni prima. Crollo della Lega, con il 5,72% e perdita di circa 17 punti percentuali. Pd al 14,40, e quindi anch'esso in calo con 4 punti in meno del traguardo 2019. I 5Stelle ben ancorati al 29,36% e pertanto in crescita.
Fatti questi confronti c'è da capire che cosa potrà accadere nel giugno 2024 quando l'Italia sarà chiamata a rinnovare la propria delegazione parlamentare per Strasburgo. Ma al di là degli equilibri europei, comunque fondamentali e strategici perché ci sarà da capire se si confermerà o meno la tenuta delle grandi aggregazioni dei popolari e dei socialisti, il test di fine primavera sarà importantissimo per la situazione politica nazionale. Saremo di fronte, infatti, a un primo giudizio sul governo Meloni, e quindi su Fratelli d'Italia, e di conseguenza sull'intera alleanza di centrodestra dove ci sarà da verificare, in particolare, il livello di consensi che raggiungeranno una Lega almeno apparentemente spostatasi più a destra, e Forza Italia dopo la morte di Silvio Berlusconi. Per l'opposizione l'appuntamento con le urne deciderà forse la sorte di Elly Schlein, leader di un Pd non proprio in splendida forma, e lo stato di salute dei 5Stelle di Conte anche all'indomani della riforma del reddito di cittadinanza varata dal centrodestra.
Focalizziamo ora l'attenzione sulla sola Forza Italia, il partito di riferimento del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Riassumiamo gli esiti della chiamata alle urne per i soli azzurri: 8,78% e 7 seggi, a livello nazionale, alle europee del 2019. A quella tornata la Calabria assicurò il 13,32% con 97.135 voti, superata dal Molise (15,31%), e di pochissimo dalla Campania (13,65%) che però, essendo molto più popolosa, assicurò quasi trecentomila preferenze (298.254). Sempre in ambito meridionale, ma nella Circoscrizione Insulare, risaltò il dato della Sicilia: 16,99% e 261.340 voti in assoluto. Nella Circoscrizione Sud, quella comprendente la Calabria, gli eletti del M5S furono 6, mentre 5 ne conquistò la Lega, 4 li portò a casa il Pd, 2 Forza Italia e 1 Fdi. Dei due azzurri il capolista era Silvio Berlusconi, che totalizzò oltre 187mila preferenze, seguito da Aldo Patriciello (83.532) e Fulvio Martusciello (47.535), il primo molisano e il secondo campano. Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 (parliamo di Camera) Forza Italia, in Calabria, come abbiamo visto, aumentò il gradimento popolare ottenuto alle europee perché passò al 15,64%, con 112.643 voti in assoluto, secondo partito dopo i meloniani.
Che scenario si presenterà con le europee del prossimo anno? Su quali risultati potrà contare in Italia e al Sud una Forza Italia che non avrà più come capolista Silvio Berlusconi? In Calabria nelle scorse settimane è corsa forte la voce di una possibile candidatura per un seggio a Strasburgo del presidente Roberto Occhiuto, tant'è che egli stesso è intervenuto per smentire tale ipotesi. È notorio che Occhiuto potrebbe avere come obiettivo politico quello di essere, nella storia del regionalismo calabrese, il primo presidente rieletto, aspetto sul quale si è espresso più volte. La storia insegna che alle regionali i Calabresi hanno votato piuttosto “contro” che non “per”, per cui la sfida di Occhiuto si presenta esaltante ma anche laboriosa. Il voto delle europee, che giunge a quasi tre anni di legislatura targata Occhiuto, non potrà essere considerato un vero e proprio test per il livello regionale. Le europee, peraltro con un sistema elettorale di proporzionale puro, il che agevola l'identificazione degli elettori in un simbolo, ha prevalente dimensione politica con sguardo alla realtà italiana e sovranazionale. È ovvio, però, in una situazione in cui Forza Italia cerca nuovi equilibri e forse anche le ragioni della propria esistenza, il voto del Sud e della Calabria non è da mettere in secondo piano, per quanto destinato ad eleggere rappresentanti a Strasburgo. Il Mezzogiorno confermerà i due eletti? Non si sa! La Calabria potrebbe correre per conquistare un seggio, tenendo presente che Campania e Puglia sono regioni molto più grandi? Impresa non impossibile, ma senz'altro difficile.
Ecco perché, molto probabilmente, si è fatto il nome del più forte da mettere in campo, appunto il presidente Roberto Occhiuto (il quale non dovrebbe dimettersi dalla carica di governatore, ma eventualmente optare in seguito). L'altro nome di rilievo circolato è quello dell'attuale assessore regionale all'Agricoltura, Gianluca Gallo, considerato capace di aggregare ampi consensi, ma anch'egli più attratto dalla missione storica di tentare di mutare i destini economico-sociali della propria terra. Allo stato pare che nessuno dei due scenderà in campo direttamente, sebbene in politica ciò che è vero oggi non è detto che lo sia fra un mese. E se gli azzurri calabresi pensassero, tenendo anche conto dei tecnicismi della legge elettorale, di schierare delle donne? È cresciuta, ad esempio, proprio in virtù del ruolo avuto, l'immagine pubblica di Giusy Princi, vice presidente della Giunta regionale, ma anche di Rosaria Succurro, sindaco di San Giovanni in Fiore, presidente della Provincia di Cosenza e più di recente alla guida dell'Anci calabrese. Nulla di sicuro e di definito. Voci, solo voci, ipotesi tutte da passare al vaglio delle analisi politiche concrete e ufficiali. Una cosa è certa: fino alla prossima primavera le variabili di cui tener conto saranno ancora tante!