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“Negli ultimi anni la Comunità europea ha finanziato vari interventi a tutela delle fasce costiere calabresi interessate a crescenti fenomeni di erosione. Linee di intervento poi curate dalla Regione Calabria che però non ha speso tutti i fondi disponibili – si legge nella nota di Mangialavori - Per come comprovato da una ricognizione sommaria sullo stato attuale delle coste interessate alle opere, tali esecuzioni non si sono rivelate risolutrici. Dagli studi della grave problematica è emerso che le cause dell’erosione costiera sono dovute ad agenti esogeni o endogeni in relazione alla loro collocazione esterna o interna alla superficie terrestre”.
“La principale responsabilità dell’erosione ha origine naturale, ma pure l’azione umana ha contribuito al processo di desertificazione e crisi delle spiagge nel nostro Paese come nel resto del mondo. Esempi di tutto ciò gli ingenti danni subiti nel lungomare di Nocera Tirinese o nella strada statale 118 – continua - E ancora a Fuscaldo, dove le opere realizzate a difesa della coste, come le barriere frangiflutti, si sono sbriciolate in poco tempo a causa delle mareggiate invernali. Analoga sorte è toccata alla costa di Zambrone, dove nonostante gli interventi tecnici degli anni passati, l’erosione è ben lungi dall’essere arginata”.
“La problematica ha assunto dimensioni gravissime, in particolare nella parte nord e centrale del Tirreno calabrese – conclude Mangialavori - Urge quindi effettuare una ricognizione capillare delle politiche fin qui poste in essere e delle scelte strategiche e tecniche adottate. La giunta regionale ha l’onere di intervenire sulla questione con somma urgenza e priorità. In particolare, sui criteri di erogazione della spesa attraverso una puntuale programmazione dei fondi comunitari e mediante il coinvolgimento di tecnici e professionalità anche di caratura e dimensione internazionale”.