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Il Primo maggio calabrese ha il suo eroe, uno che per il lavoro si fa in quattro e incassa circa 10mila euro come segretario particolare del capogruppo Pd in Consiglio regionale, Sebi Romeo. Si tratta di Enzo Bruno, che colleziona incarichi come fossero francobolli: presidente della Provincia di Catanzaro, presidente della sezione calabrese dell’Unione province italiane, dipendente della giunta regionale e, appunto, capo dello staff di Romeo.
La storia non è nuova, ma a rinfrescarci la memoria ci ha pensato oggi Gazzetta del Sud, che in occasione della festa del lavoro eleva Bruno a stakanovista per eccellenza, dotato probabilmente anche del dono dell’ubiquità, visto che coadiuva Romeo a Reggio e contemporaneamente presta la sua opera a Catanzaro, dove guida Provincia e Upi. Più di 300 chilometri, tra andata e ritorno, che sarebbero un ostacolo insormontabile per qualunque mortale, ma non pregiudicano l’indefessa dedizione al bene collettivo di Bruno.
Per chi non crede ai miracoli, invece, più di qualcosa non torna. In particolare, non si comprende come possano conciliarsi i tempi di questa instancabile spola tra il capoluogo regionale e gli uffici di Romeo, a Reggio, soprattutto dopo l’introduzione nel novembre scorso del badge elettronico per i dipendenti delle strutture politiche del Consiglio regionale. Lavoratori che - sino alla rivoluzione annunciata alla fine dell’anno dal presidente dell’Assemblea, Nicola Irto - per certificare la presenza sul posto di lavoro avevano solo l’obbligo di firmare un registro volante, soluzione ovviamente permeabile a ogni tipo di abuso, compreso il fatto di mettere un pacco di firme alla prima occasione utile.