L’intervista

Enza Bruno Bossio: «Pd in Calabria assassinato nel 2018. Schlein mi piace, sia ancora più garantista»

VIDEO | La dirigente nazionale democrat parla a 360 gradi del suo partito («In Consiglio regionale da implementare l'opposizione del nostro gruppo»), di temi di giustizia («Manna non sa perché Rende sia stata sciolta») e dà il suo identikit ideale per il prossimo candidato del centrosinistra alla Cittadella

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di Antonio Clausi
11 luglio 2024
20:00

Mai banale, messaggi che arrivano. Come quando dice «l'opposizione del mio gruppo in Consiglio regionale va implementata, magari sull'Alta Velocità che si ferma a Lagonegro perché in tema di Sanità invece ci siamo», ma anche evidenziando che «Marcello Manna ancora non sa perché Rende sia stata sciolta». Enza Bruno Bossio, ospite del nostro network negli studi di Cosenza Channel, fa una radiografia al Partito democratico calabrese che a suo avviso «nel 2018 è stato ucciso prima dalla magistratura, poi dal segretario nazionale Zingaretti che non ricandidò Oliverio».

L'ex parlamentare, oggi componente della direzione nazionale, parte dai 30mila voti persi in sei anni dai democrat dal Pollino allo Stretto. «Ma tendo a vedere il bicchiere mezzo pieno - dice offrendo una chiave di lettura ottimista - anche perché il partito è stato trainato da Campania e Puglia, due regioni meridionali che guidiamo. In Calabria stiamo risalendo la china dopo l’elezione di Nicola Irto e dei giovani segretari di federazione. Il 15.88% non ci basta, è chiaro, ma è superiore all’ultima tornata». Si dimostra in sintonia con lo stesso Irto («Sta provando a lavorare sui contenuti, la nostra conferenza programmatica tenuta in un’area interna è diventato il leit motiv anche di Roma»), ma pone un obiettivo a stretto giro: l'organizzazione dei circoli sui territori che per lei «va affrontata con grande articolazione delle questioni e senza sparate».


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Enza Bruno Bossio sulla questione delle espulsioni sancite dalla commissione di Garanzia provinciale di Cosenza ha un'idea precisa: «Il problema non è la cancellazione dall'anagrafe degli iscritti di Graziadio, Tinto e Trecroci, ma la loro uscita dal gruppo consiliare. Si sono messi in fuorigioco da soli, ma come fanno ad accampare richieste se ne hanno formato uno nuovo? Fanno le vittime, bene ha detto la segretaria cittadina Rosi Caligiuri "tornate nel PD e si chiude il discorso". Su Corigliano Rossano non c'è invece un pronunciamento della Garanzia, ma mi sento lo stesso di dire una cosa - spiega -. Se alle Comunali abbiamo preso il 3% e alle Europee circa il 10%, è lecito pensare che con più candidati nostri alle Amministrative avremmo ottenuto percentuali differenti. Rosellina Madeo è in assemblea nazionale, ma quando sosteniamo che i circoli non funzionino, poi dobbiamo metterli nelle condizioni di lavorare. Fatto sta che per tutti auspico soluzioni politiche».

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Se da un lato non si sbilancia sul candidato del centrosinistra alle prossime Regionali («niente nomi, ma non mi piacciono gli indipendenti, vorrei qualcuno espressione di un partito, anche se più piccolo»), dall'altro mette convintamente like alla segretaria nazionale. «Sostenni Paola De Micheli e non gradisco gli individualismi, ma Elly Schelin mi piace perché è femminista e rivendica il suo punto di vista. È per i diritti civili, che sono la stessa cosa dei diritti sociali, è per la legalizzazione della cannabis, è per l’abolizione della Bossi-Fini, è per lo ius soli, contro la guardia costiera libica ed è a favore della maternità surrogata come opportunità senza violare i diritti di ogni donna». Questi e altri argomenti nell'intervista video completa ad Enza Bruno Bossio in apertura di articolo.  

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