«Sulla grave emergenza rifiuti che interessa la nostra città mi chiedo se davvero nulla sia possibile fare per invertire questo amaro declino. La risposta che mi do -al netto delle questioni burocratiche, della contesa tra Comune e ditta, delle legittime rivendicazioni dei lavoratori, dei problemi derivanti da un conferimento in discarica che conosce alterne fortune - è che non si stia facendo tutto il necessario. Anzi, la sensazione, e mi spiace dirlo, è che nulla sia cambiato malgrado il rinnovo dell’Amministrazione comunale e che, cosa ancor più inquietante, stia prendendo il sopravvento un certo fatalismo, un attendismo pericoloso non solo per il decoro della città, ma soprattutto per la salute dei cittadini e l’immagine stessa di Vibo Valentia. Un attendismo, laddove, al contrario, date le circostanze del tutto emergenziali del problema, sarebbe stato più logico aspettarsi risposte decise e straordinarie. Mi stupisce, per dirla chiaramente, l’assenza di un piano straordinario per fronteggiare l’emergenza ma sopratutto non riesco a comprendere le ragioni per le quali ancora oggi si temporeggi sull'avvio della raccolta differenziata, che è l'unico strumento, come comprovato da tante esperienze amministrative, utile ed indispensabile per avviare un percorso virtuoso in tema di raccolta di rifiuti. La prima e inderogabile condizione per evitare l’emergenza permanente è, infatti, l’avvio della raccolta differenziata “porta a porta” in tutta la città e nelle frazioni, servizio che i cittadini vibonesi, tra l'altro, continuano a pagare inutilmente. Sui rifiuti bisogna avere una strategia e, perché no, copiare l'esperienza dei Comuni in cui si è riuscito a trasformare il problema in opportunità economica e di lavoro, in particolare grazie alla raccolta del Raee e del vetro. Per fare questo però serve più coraggio e idee moderne e innovative, caratteristiche che ancora non si intravedono nella nuova Amministrazione comunale».