LAMEZIA TERME - I conti non tornano. Le mediazioni falliscono. Le primarie si avvicinano. Intanto  è saltata l’assemblea regionale prevista per la mattinata odierna allo scopo far proseguire le trattative con i candidati. Gli emissari del premier non riescono, al momento, a convincere Mario Oliverio a fare un passo indietro. Lo stesso Gianluca Callipo intende proseguire lungo un percorso che altri gli hanno indicato. L’ultimo è stato Luca Lotti a provare vanamente a persuadere il presidente della provincia di Cosenza a desistere. La risposta è stata chiara come sempre. “Si vogliono far saltare le primarie per timore che sia io a vincerle”. La palla passa allora nelle mani di Matteo Renzi che la Calabria non intende perderla. Da qui l’esigenza di far saltare le primarie che creerebbero ulteriori divisioni tra gruppi contrapposti creando i presupposti per l’eventuale sconfitta. Ma chi non sa fare i compiti a casa ha bisogno di un sostegno. Un commissariamento a distanza. A tal fine, il capo dell’esecutivo sarebbe pronto a vestire, dopo quelli del temporeggiatore anche i panni del condottiero. Anche perché quelli inviati negli anni dal pd alla punta dello stivale non è che abbiano saputo riaggregare più di tanto. L’asso nella manica potrebbe essere proprio il sindaco di Pizzo effigie del nuovo che avanza. Ma l’impresa si presenta in una regione allo sbando non senza conseguenze. Oliverio non sembra intenzionato ad accettare contentini.  E almeno lui rimane fermo al documento sottoscritto con Magorno e Serracchiani. Documento che chiarisce come le primarie dovranno essere celebrate il sette o il quattordici settembre. Insomma, tra meno di due settimane al massimo. Tempi strettissimi, quindi, per il premier, per tirare fuori il “papa nero” smentendo inutili fiumi d’inchiostro che si protraggono dalla scorsa primavera.