Il consigliere regionale spiega perché ha rinunciato a correre per Palazzo Campanella: «Ho toccato con mano le difficoltà e le resistenze che sono diventate un muro invalicabile di retaggi e incrostazioni»
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«Cerco le parole per spiegare a quanti il 26 gennaio 2020 hanno avuto fiducia in me, consegnandomi - attraverso il proprio voto – l’onore e l’onere di combattere con la mia professionalità ed il mio entusiasmo, i miei valori e i miei principi, che intendo rimettere nelle loro mani quel mandato senza ritentare la battaglia per un seggio in Consiglio regionale». Con queste parole Libero Notarangelo, consigliere regionale uscente eletto con il Pd, annuncia di non volersi ricandidare alle prossime elezioni del 3 e 4 ottobre.
«Perché ho scelto di candidarmi nel 2020 ben conscio che la politica non era il mio mondo? Semplice: per contribuire a fare della Calabria una regione “normale”. Prima di tutto una regione dove viene garantito il diritto alla cura, dove le grandi professionalità del settore sanitario hanno a disposizione nel pubblico dei posti letto, delle strumentazioni, dei budget per curare e prevenire, per occuparsi della salute di tutti, senza distinzione di ceto e censo. Una regione che non brucia il proprio patrimonio boschivo, lasciando divorare dalle fiamme la storia ambientale e la salubrità dell’aria, assestando un ulteriore colpo ad una terra che frana nel’’incuria del dissesto idrogeologico. Una regione dove i piccoli borghi – patrimonio identitario da valorizzare – non restano isolati a causa di una rete infrastrutturale disastrata, dove le strade si asfaltano solo se passa il Giro d’Italia, dove la manutenzione è un fatto ordinario prima di tutto per la sicurezza degli automobilisti. Una regione dove prevale il merito, e non l’appartenenza a gruppi ed a caste camuffate da associazioni o club che pensano ad auto conservarsi e godono nell’incensarsi per la propria magnanimità».
«Ho toccato con mano le difficoltà e le resistenze che sono diventate un muro invalicabile di retaggi e incrostazioni. Una regione dove sono nato, è nata la mia famiglia ed ho scelto di ritornare e di rimanerci. Una regione dove ho contribuito alla fase iniziale di un faticoso e concreto rinnovamento del principale partito di una sinistra purtroppo troppo spesso lacerata da infinite “faide intestine”. Da semplice medico, che crede profondamente in quello che fa, che non ama scendere a compromessi per coltivare un orticello (visto che preferisco occuparmi degli ettari di terreno acquistati e coltivati con il sudore della propria fronte) con la serenità che mi deriva da una profonda e lunga riflessione, comunico ai tanti che me l’hanno chiesto ed agli altrettanti che aspettano in silenzio una mia decisione, che non sarò ricandidato nella lista del Partito democratico, né in altre liste, nella prossima tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale».
«Ringrazio tutti quelli che hanno avuto fiducia in me, e continuano a spronarmi chiedendomi un impegno in prima persona. Continuerò strenuamente a battermi per fare della Calabria una regione normale, ma nel mio mondo che è quello della Medicina e della Scienza, a credere nella politica come servizio, a spendermi in prima linea per progetti di carattere sociale e culturale, ma esercitando quotidianamente il mio lavoro, in prima linea, in corsia ed accanto ai miei pazienti, in un settore tanto delicato quanto strategico come è quello della sanità. Da uomo libero, quale sono sempre stato e non solo di nome, dalla parte dei semplici e degli ultimi, quelli che dovrebbero essere il primo pensiero di un amministratore vero, in una regione normale».