I consiglieri Pedà, Gallo, Parente e Tallini lanciano il loro appello al presidente della giunta affinchè si faccia chiarezza sulla data della chiamata alle urne. E poi attaccano: «Non convince per niente l'accostamento all'Emilia Romagna»
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E adesso arriva l’appello del centrodestra al governatore Mario Oliverio per evitare di proseguire la legislatura fino al limite consentito dalla legge. Il che vorrebbe dire andare al voto alla fine di gennaio, o nell’interpretazione più elastica anche il 9 febbraio.
Il presidente della giunta interrogato in Aula non si è voluto sbottonare affermando soltanto che la decisione sul voto sarà presa nel rispetto della legge e in accordo con l’Emilia Romagna. Dimenticandosi, però, di dire che nella Regione gemella la discussione sul voto è in pieno svolgimento, con richiesta di pareri ai costituzionalisti, e con l’ipotesi in campo di andare alle urne il 26 gennaio.
Ed allora, con una nota congiunta firmata da Giuseppe Pedà, Gianluca Gallo, Mimmo Tallini e Claudio Parente, arriva la richiesta al presidente di non prolungare oltre l’agonia istituzionale. Del resto Mario Oliverio da lunghi mesi è senza maggioranza e sarebbe davvero privo di senso pensare di proseguire oltre nella legislatura.
«La situazione complessiva della Calabria è talmente drammatica – scrivono i consiglieri di minoranza - che anche un rinvio di due soli mesi delle elezioni potrebbe avere risvolti tragici e disastrosi. Solo un governo regionale nel pieno delle sue funzioni, legittimato da un voto popolare e con la prospettiva di cinque anni, può sperare di affrontare emergenze che rischiano di non essere più recuperabili. Ci riferiamo al sistema-rifiuti al limite del collasso, alla depurazione, alle infrastrutture, al rapporto con il Governo per un federalismo responsabile, alle politiche per il turismo e l’agricoltura. Il tirare a campare, magari per strappare qualche settimana di sopravvivenza della legislatura, non sarebbe compreso dall’opinione pubblica calabrese che si aspetta risposte certe, rapide e concrete».
I consiglieri chiedono dunque ad Oliverio di evitare i formalismi e di convocare le elezioni.
«Anche se la legge assegna al presidente uscente la possibilità di indire le elezioni in un arco temporale che può arrivare fino ai primi di febbraio, riteniamo doveroso rivolgergli un pubblico appello perché anticipi tale scadenza, evitando alla Calabria il prolungamento di una lenta agonia istituzionale. Nessun egoismo personale o di partito potrebbe giustificare agli occhi dei cittadini il rinvio fino al limite massimo delle elezioni, senza contare che un voto nel cuore dell’inverno potrebbe favorire un’astensione massiccia dagli esiti imprevedibili per la tenuta democratica della Calabria».
Pedà, Gallo, Tallini e Parente non considerano convincente poi l’accostamento all’Emilia Romagna. «L’accostamento del caso Calabria all’Emilia Romagna non ci convince. Non esiste, da quel che ci risulta, alcun automatismo che imponga alla Calabria di seguire le decisioni della Regione Emilia Romagna, né esiste alcun obbligo di una data comune. Ci attendiamo a breve un pronunciamento ufficiale e pubblico di Oliverio che servirebbe a dare certezze all’opinione pubblica e consentirebbe a tutti gli schieramenti di prepararsi legittimamente a questo delicato e decisivo impegno».
Riccardo Tripepi
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