Il richiamo alle urne quasi ossessivo dei quattro candidati governatori nelle ultime ore di campagna non ha fatto breccia: il dato definitivo registra infatti un -1,5%
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La domenica elettorale in Sardegna ha dato un primo responso, aspettando quello più atteso quando oggi, con l'inizio dello spoglio alle 7, si conoscerà il nome del nuovo presidente della Regione. Primo verdetto sull'affluenza, l'incognita peggiore, insieme al voto disgiunto, di questa chiamata alle urne, che vede i sardi confermare e anzi peggiorare la disaffezione alle urne: il dato definitivo registra infatti un -1,5%.
Il richiamo quasi ossessivo dei quattro candidati governatori nelle ultime ore di campagna alla responsabilità e all'impegno civile dei cittadini nel partecipare attivamente alla vita politica del Paese, non ha fatto breccia. L'ultima rilevazione alla chiusura dei seggi non conferma la tendenza registrata sin dalla mattina e proseguita alle 19 (+0,8%), consegna invece un risultato negativo: alle 22 ha votato il 52,4% degli aventi diritto contro il 53,09% del 2019. A trainare gli elettori soprattutto Nuoro - città di nascita della candidata del campo largo Alessandra Todde - e provincia con un record del 56%.
Ora comincia l'attesa dei risultati. Il nome del governatore si dovrebbe conoscere, almeno come proiezione, già da metà pomeriggio, ma la cautela è d'obbligo. Quest'anno a differenza di 5 anni fa non ci saranno gli exit poll che in genere orientano l'esito finale. Non andò così nel 2019: diffusi la domenica alle 22 a urne chiuse, indicarono fermamente un testa a testa tra Solinas e Zedda, ma il giorno dopo il quadro si rivelò completamente opposto. Il flop dei sondaggisti divenne un caso nazionale con richiesta di spiegazioni ufficiali dei vertici Rai, che commissionò gli exit, agli istituti demoscopici.
Sui tempi di attesa per conoscere il nome del nuovo presidente in Sardegna peserà poi l'andamento dello spoglio.
Cinque anni fa fu un mezzo disastro: ci volle quasi un mese per la proclamazione ufficiale dei sessanta consiglieri regionali eletti e del governatore. Un'attesa infinita dovuta all'impossibilità in molti seggi elettorali di completare lo spoglio nei tempi di legge, con la conseguenza che le urne furono nuovamente sigillate e andarono ad affollare i rispettivi uffici elettorali circoscrizionali per il conteggio delle schede e la trasmissione dei verbali alla Corte d'appello di Cagliari.
I quattro che aspirano a guidare l'Isola nella prossima legislatura dovranno mantenere i nervi ben saldi durante il lungo lunedì che alla fine farà esultare uno di loro. La prima a votare questa mattina nel suo seggio ad Austis, nel Nuorese, è stata Lucia Chessa, la candidata outsider sostenuta dalla lista Sardigna R-esiste che promette: «Ci saremo anche dopo l'esito di queste elezioni e staremo col fiato sul collo su chiunque andrà al governo della nostra Isola».
È toccato poi a Cagliari al candidato del centrodestra Paolo Truzzu. «Ora il voto - ha detto - poi chiaramente la partita del Cagliari contro il Napoli». E dopo? «Dopo si aspetta, di solito attendo a casa da solo l'esito del voto: penso che farò così anche in questa occasione».
Per Renato Soru, candidato della Coalizione sarda, l'arrivo al seggio di Cagliari, accompagnato dal suo staff e dalla moglie, è stata l'occasione per fare un piccolo bilancio: «È stata una bella campagna elettorale e oggi sarà una bella giornata di democrazia e partecipazione».
La sua avversaria nel centrosinistra, Alessandra Todde, che qui in Sardegna punta alla prima affermazione del campo largo a guida Pd-M5s, ha votato nella sua città, Nuoro. E da qui ha lanciato il suo ultimo appello: «Oggi l'importante è che la gente vada a votare, faccia valere il proprio voto e decida per il presente e il futuro della Sardegna».